Colpa di Zhang

Colpa di ZhangTUTTOmercatoWEB.com
domenica 21 aprile 2024, 22:26Editoriale
di Gabriele Borzillo

Manca l’ultimo passettino, il famoso colpo di reni di ciclistica appartenenza. Dopodiché sì, dopodiché potremo esultare, festeggiare, cantare, ballare, gioire e godere. Se l’Inter vincerà il ventesimo, sono venti, spiace per chi non sa far di conto ma non importa, ciascuno si tenga gli scudetti suoi o non suoi - piccolo attacco di maniavantismo che quando ci vuole ci vuole - se l’Inter aggiungerà alla sua maglietta la seconda stella, sarà il coronamento di una stagione bellissima, fantastica no che sono ancora incazzato per la Champions ma City-Real ci ha dimostrato come, in una competizione del genere, soprattutto parliamo di eliminazione diretta, non sempre passa chi merita di più, la più forte, a volte sono i particolari, i gol sbagliati, la deviazione sfigata a fare differenza (Guardiola docet, mica Pippoplutopaperinotiramollacipeciop).

Questa stagione non è un lampo dopo anni bui: è la conseguenza di un progetto studiato dai dirigenti, messo in atto da Simone nostro con la collaborazione dei ragazzi che giocano, alla fine dei conti sono loro i protagonisti dei nostri fine settimana. È un disegno che nasce da lontano, partendo dall’addio del vecchio tecnico, sorvoliamo per carità, dall’arrivo di un giovanotto di belle speranze, portatore di bel gioco - questo gli va riconosciuto comunque, Inzaghi ha sempre cercato di offrire spettacolo pallonaro a 360 gradi, spiace per chi, evidentemente, non osserva – alla ricerca di quella consacrazione tanto meritata. L’Inter di Simone da Piacenza ha vinto ogni anno qualcosa: portaombrelli? Problemi di chi lo pensa, io esulto se i miei mettono in bacheca qualcosa, fosse anche la coppa della riviera romagnola, abbraccio forte ai romagnoli. A maggior ragione quando, vincendo, metto in fila Milan, Juve, Lazio, Roma, Fiorentina o Napoli, il gotha del calcio nostrano attuale. L’Inter di Simone da Piacenza ha disputato una finale Champions: persa, vero, ma giocata alla grande contro chi, opinione comune, doveva darcene sei. Ecco perché il ventesimo assume l’importanza di laurea raggiunta al termine di un cammino difficile, fatto di momenti esaltanti ma, anche, di cadute rovinose. E dolorose. Dai, un ultimo, piccolo ma nemmeno tanto, sforzo: il sogno è davvero a un passo.

Tutto ciò sotto l’egida di Suning e di un giovane Presidente che, perché un buon titolare è anche questo, sapendo di capirci poco di pallone si è affidato agli attuali dirigenti, consegnando le chiavi dell’Inter a chi, di pallone, ne capisce e ne mastica da decenni.

Perciò dovremmo ringraziare Steven Zhang. Per la sua lungimiranza e, perché no, il suo sapere di non sapere: che è tanta roba. Debiti, soldi, amenità varie non ci riguardano, a meno di non essere tutti laureati, master annessi, al MIT di Boston.

Ultimo appunto: l’Inter non sarà costretta a cedere nessuno per questioni di bilancio la prossima estate. Cederà, come qualsiasi altro club pallonaro al mondo, in caso di offerte sfacciate e irrinunciabili. Il resto sono sentito dire, forse, condizionali e poco altro.

Tutta colpa di Zhang.

Alla prossima, avanti l’Effecì.