Col penta-orgasmo post-Derby, manita nella manita, non riesco ancora a pensare alla Champions

Col penta-orgasmo post-Derby, manita nella manita, non riesco ancora a pensare alla ChampionsTUTTOmercatoWEB.com
martedì 19 settembre 2023, 19:50Editoriale
di Gian Luca Rossi

Cari interisti, devo confessarvi che sono ancora troppo in penta-orgasmo post Derby per concentrarmi sulla Champions, ma niente paura, c’è gente competente, Simone Inzaghi in testa, per fare subito quello che a me ancora non riesce, ossia archiviare subito la manita con manita nei Derby 2023.
Io sono rimasto alla notte magica di sabato sera. 

Per come certa propaganda aveva preparato la quinta StracittadinaMilanese dell’anno solare 2023, tutto mi aspettavo tranne che di indirizzarla dopo 293 secondi di gioco: così poco è passato dal calcio d’inizio al primo gol di Mkhitaryan. Mi avevano ammorbato per due settimane con il nuovo Pioli nel nuovo Milan, che poi a guardar bene al calcio di avvio quelli che non avevano preso schiaffoni a raffica nei precedenti 4 Derby erano solo tre:Reijnders, Loftus-Cheek e Pulisic, peraltro mai visti fino al fischio finale. Perché, a metterla così, allora un paio di novità c’erano anche nell’Inter: Sommer tra i pali e Thuram in attacco, autore del gol più bello dei cinque. 

Ironia della sorte quel Thuram soffiato dall’Inter al Milan, anche se loro ve la raccontano sempre diversamente, così come Frattesi, entrato e subito a segno pure lui e come Arnautovic, che almeno non li ha timbrati. 
In realtà il Milan, Pioli dixit, questa volta ha tenuto a freno l’Inter per 4 minuti, meno dei 7 nell’andata di Champions e dei 10 a Riad in Supercoppa. 
Ad essere sinceri, questo 5° KO dei cugini mi è sembrato perfino peggiore dei 4 precedenti, vista in tabellino la forbice di 4 gol di differenza, la più ampia di tutti i confronti dell’anno solare 2023. Mi ripeto: mai tra due squadre cittadine in una qualsiasi parte del mondo e in un qualsiasi anno solare una ha annientato l’altra 5 volte su 5 con uno score complessivo di 12 reti a una. Al Milan hanno pensato bene di chiamare subito al capezzale Zlatan Ibrahimovic come anni fa dopo un Atalanta-Milan 5-0: solo che allora Ibra giocava, ora non si sa bene cosa debba fare, forse il mental coach, che non è un bel messaggio né per Pioli né per la squadra. 

Tornando all’Inter, fortunatamente non c’è molto da discutere: da cronista di solito i fiumi di parole e di inchiostro li verso sulle negatività, ma qui c’è solo da lustrarsi gli occhi. 
Nelle prime quattro partite, al di là della vetta in classifica a punteggio pieno e dei 13 gol segnati a fronte di uno solo subito, non ho visto una insufficienza che sia una, sia in quelli che sono partiti sia in quelli subentrati in ogni partita. Quello che colpisce è la straordinaria crescita di mentalità e di autostima di tutto il gruppo, a cominciare da chi lo guida, Simone Inzaghi. Per carità, gli esami sono appena cominciati e aspettiamo il rientro in Champions da vice Campioni d’Europa a San Sebastian contro la bizzosa Real Sociedad per avere le idee più chiare, ma proprio l’ultima Champions fino alla finale ha partorito questa Inter. 

Il primo ad accorgersene e a ribadirlo è stato proprio Guardiola, l’allenatore che è diventato Campione d’Europa faticando per superare di misura proprio Inzaghi: "Guardate cos'ha fatto l'Inter nel Derby vinto 5-1 contro il Milan - ha detto - ho sempre saputo che avremmo affrontato una squadra fortissima, candidata a tornare in finale!"

Per come la vedo io, è più probabile che un paio di nostri competitors tornino per l’ennesima volta in Serie B piuttosto che l’Inter arrivi subito a giocarsi un’altra finale di Champions, ma l’attestato di stima di un competente come Guardiola, Campione d’Europa in carica con annesso Triplete, fa piacere. Sono parole dolci in cui vedo prima di tutto rispetto, quello che un grande ex-allenatore, Arrigo Sacchi, dimostra continuamente di non avere nelle sue analisi sempre poco equilibrate sull’Inter. 
Bene, da adesso prometto di superare il penta-orgasmo da Derby e di concentrarmi sulla Champions.