Che Inter, che cuore, che grinta

Che Inter, che cuore, che grintaTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 13 ottobre 2022, 08:15Editoriale
di Gabriele Borzillo

Dai, coraggio, alzi la mano – sinceri eh – chi pensava di tornare a Milano con un punto in saccoccia, una partita pazzesca, l’amaro in bocca per non aver battuto, al loro domicilio, una squadra e una società che aveva dipinto questi novanta minuti come fondamentali per il prosieguo della stagione. Attaccandosi, oltretutto, a piccoli mezzucci che non ne hanno certo arricchito nome e blasone: peccato per l’occasione persa, l’ennesima dopo gli idranti di dodici anni fa. E chissà se qualcuno in terra catalana, per caso, parlerà della mancata espulsione di Dembélé. Chissà. Forse, magari. A me frega poco e non farò alcun ricorso all’UEFA per la decisione dell’arbitro, che ha sbagliato come accade a tutti quanti, nello sport e nella vita. Però preferisco parlare della partita, una goduria immensa.

Vittime sacrificali da offrire alla corazzata Barcellona - duecento e rotti milioni di euro spesi per costruire un’armata pallonara da una parte, trentacinque milioni di utile da fare entro giugno 2023 dall’altra - l’Inter offre ai suoi tifosi e a chi il pallone lo ama uno spettacolo delizioso, un secondo tempo da raccontare ai nipotini perché io, quella sera lì, ero davanti alla tivù a guardare sfregandomi gli occhi. L’Inter che non ti aspetti e che, con ogni probabilità, ti limitavi a sognare. Invece questi ragazzi hanno tirato fuori quelle che volgarmente e neanche troppo si chiamano palle, attributi va bene in altre circostanze, domando scusa, trasferendo sul prato verde la voglia calcistica, la carica interiore di tutto il popolo nerazzurro.

Dei giorni precedenti la gara, delle troppe parole a cui, dopo, devi far seguire i fatti in campo, altrimenti restano solo parole, anche inutili a ben vedere. Simone Inzaghi studia l’avversario di turno come meglio non avrebbe potuto fare, limitandone il grande potenziale, detto tra noi non ho mica visto in questa doppia sfida tutto il famigerato potenziale, sarà che capisco poco di calcio, sarà che non avevo gli occhiali durante i centottanta minuti, sarà che alla fine della fiera a me pare di aver regalato due punti ai blaugrana e al loro allenatore, ma sono lo stesso felice come un bambino. Così, coprendo con attenzione ogni zona del campo, Simone fa copia-incolla della partita del Meazza e il tempo, galantuomo, dimostra che ne aveva tutte le ragioni. Dall’altra parte il tecnico catalano non impara dalla sconfitta di Milano, convinto evidentemente di aver dominato, di essere stato battuto esclusivamente dalle decisioni arbitrali, mah, e schiera l’undici di settimana scorsa.

Combina poco l’undici di casa, l’Inter sbaglia le solite due occasioni e, verso il finire del primo tempo, una compartecipazioni di errori apre la strada al vantaggio Barca. Non so quanto meritato ma il calcio è questo. Nella fantasia di ciascuno di noi qualche paura, diciamolo, si è palesata: vediamo il secondo tempo, bisogna perlomeno salire d’intensità. Alla faccia del salire d’intensità: l’Inter domina, stradomina, mette alle corde l’avversario che ha nel portiere l’ancora di salvezza e il migliore in campo. I nerazzurri chiudono alla grande, con quell’errore di Asllani che il ragazzo metterà sicuramente nel bagaglio d’esperienza tra le cose da non fare mai più in una partita di Champions: al limite si può fare in amichevole. E comunque ci sta, parliamo di un ventenne che, esattamente un anno fa, il Camp Nou lo vedeva in fotografia. Per il resto squadra stoica, nella quale nessuno ha mollato di un centimetro, anche chi non era nella sua miglior serata.

Cuore, grinta, cazzimma: in una parola, l’Inter.

Alla prossima.