Che bella l'Inter, Bisseck può diventare il centrale del decennio. Una carezza ad Arnautovic
Continua a vincere, l’Inter. Continua a vincere nonostante il fiato sul collo degli avversari che, in verità, non sembra scalfire minimamente le certezze nerazzurre, anzi: ogni volta che chi insegue mette a referto i tre punti, beh, la truppa Inzaghi entra in campo con una consapevolezza e una fame di successo fuori dall’ordinario. Il primo tempo di ieri, al netto di qualche leggero brivido lungo la schiena, sottolineiamo leggero due volte con la matita rossa, è stato un monologo nerazzurro corredato da tre o quattro palle gol incredibili sbagliate per troppo eccesso di confidenza o, in alternativa, poca cattiveria sotto porta, scegliete la soluzione più consona secondo la vostra sensibilità pallonara. La ripresa in totale controllo, fatti salvi cinque, forse sei minuti a cavallo tra il sessantesimo e il sessantacinquesimo, è servita a consolidare la forza difensiva di una squadra che, dopo diciassette partite in campionato, ha subito la miseria di sette gol, quattro dei quali distribuiti tra Bologna e Sassuolo: in sostanza parliamo di tre reti in quindici partite, alla media di una ogni cinque. Roba che non si vedeva da tempo sui campi della massima serie.
Tralascio la storiella del rigore fischiato per tocco di schiena e, giustamente, tolto prima di prendere una topica mostruosa, materiale buono per quei tre o quattro presunti conoscitori di pallone parlato pure male preferendo discorrere, ad esempio, della crescita esponenziale di Yann Aurel Bisseck da Colonia, classe duemila, di professione centrale difensivo, preso per la modica cifra di sette milioni dicansi sette pagabili in due tranche – oggi ne vale quasi il doppio anzi, facciamo che li vale con decisa tendenza al rialzo – dal campionato danese. Qualche mese per acclimatarsi in Italia, qualche mese per prendere confidenza col Meazza – passare a giocare dai quindicimila spettatori di media ai settantamila non è semplice quanto potrebbe sembrare a occhi particolarmente disattenti – in un crescendo rossiniano, sfoderando una prestazione migliore di quella precedente fino all’apoteosi di ieri sera, migliore in campo per distacco e non per il gol segnato di nuca che ha sbloccato una partita fastidiosa e complessa, soprattutto perché giocata a tre giorni dai centoventi minuti ricchi di sfiga disputati in coppa Italia. No, è tutto il repertorio sfoderato da Yann ad avere entusiasmato il popolo nerazzurro. Anticipi, dominio sul gioco aereo, uscite a testa alta, famelico desiderio del possesso di palla. Una certezza? Non lo so, preferisco sempre andare cauto e coi piedi di piombo: ma, se il ragazzo continuerà su questa falsariga, abbiamo trovato il prossimo centrale di destra buono per un decennio, stagione più stagione meno.
Per finire lasciatemi spezzare una lancia per un ragazzo con cui non sono mai stato tenero, parlo di pagelle: Marko Arnautovic. Vero, anche ieri si è divorato letteralmente un gol e mi è parso impacciato e spaventato al momento di concludere. Ma ha voglia di giocare per la squadra, ha voglia di aiutare i compagni, ha voglia di dare il suo contributo. Ogni tanto, già lo so, mi farà incazzare ancora, perché capiterà: però Marko va sostenuto, caricato, seguito e aiutato. Ha classe da vendere, classe pura intendo. E, sulla lunga distanza, sarà punto di riferimento per la squadra e per noi semplici tifosi: sono pronto a scommetterci.
Auguri di un sereno Natale a Voi e ai Vostri cari.
Avanti l’Inter, avanti l’Effecì.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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