Al Maradona, vi dicevo, sarà un’altra storia. Taremi? L'Inter farà poche cose a gennaio

Al Maradona, vi dicevo, sarà un’altra storia. Taremi? L'Inter farà poche cose a gennaioTUTTOmercatoWEB.com
sabato 2 dicembre 2023, 22:48Editoriale
di Fabrizio Biasin

È uscito il nuovo ranking Uefa. Dice che l’Inter è la sesta forza in Europa. Davanti solo i marziani, i multimilionari, quelli che si possono permettere Haaland, Mbappé, Mandrake e Batman. Beati loro, ma pure noi, perché con quattromila lire abbiamo messo insieme qualcosa di bello. Un “bel gruppo”, soprattutto. Prendete la partita dell’altra sera. Dopo un primo tempo del genere, in una sfida non così significativa, la cosa migliore che ti devi augurare è che il match arrivi al più presto alla fine senza ulteriori batoste. E invece i “pulcini” del primo tempo sono rientrati con il diavolo in corpo. Hanno azzannato, erano incazzati, coesi, hanno terrorizzato i loro avversari. E hanno rimesso a posto le cose.
Una trasformazione del genere - da Biancaneve a Freddy Krueger - solo quattro anni fa sarebbe stata impossibile. Oggi è la normalità e, anzi, alimenta pretese. “Beh, si poteva anche vincere…”, ma anche e soprattutto “però il primo posto è fondamentale eh…”. Quattro anni fa non solo non c’era alcun “primo posto”, non c’era manco il secondo e pure la partecipazione ai giorni era una benedizione.

Ora no, è la normalità. Se ci pensate una roba del genere non era affatto pronosticabile. Soprattutto perché è coincisa con le stagioni delle incertezze economiche e delle vacche magrissime. Ecco perché oggi bisogna abbracciare virtualmente tutto ‘sto gruppo di lavoro; se lo meritano perché sono riusciti a stravolgere le gerarchie e a strappare fastidiosissime etichette. Un tempo l’Inter era la casa delle polemiche, degli ex che sparavano contro, dei casini preconfezionati, della cattiva organizzazione, dei musi lunghi e dei risultati zoppicanti. Ora certe cose capitano altrove, così come i processi pubblici, mentre i panni sporchi nerazzurri - se ci sono -  si lavano ad Appiano.

Voi direte “stai facendo il raccontino del Mulino Bianco” ed avete ragione, a volte si esagera, ma certi “disagi” in passato ce li hanno fatti pesare parecchio ed è giusto che oggi si guardi a quel sesto posto nel ranking come al simbolo della rinascita. Badate, non è un arrivo, perché si può e si deve provare ad arrivare in cima all’Everest, ma è giusto sorridere avendo contezza la nostra “fede” e in mani sicure al di là di una vittoria in più o in meno.
Domani è in programma un altro partitone. Sarà molto diverso da quello dell’Allianz Stadium. A Torino la squadra ha preferito “ragionare”, ha fatto i suoi calcoli e si è presa un punto pur sapendo che con un po’ di sfacciataggine in più si poteva pure puntare al bersaglio grosso. Ma è anche vero che il rischio era di prenderla in saccoccia e allora meglio fare un passo indietro, ché la Serie A non sono “i cento metri”, sono “la maratona”. Ecco, anche da questo punto di vista allenatore e squadra sono parsi più maturi. 

Al Maradona, vi dicevo, sarà un’altra storia. Almeno per come la vede il sottoscritto. Le fasi offensive faranno la differenza, l’Inter, forse, rischierà qualcosa in più ben sapendo che avrà modo di “offendere” di più. Speriamo di divertirci, in fondo non è più un’eccezione.

Ps. A gennaio l’Inter farà pochissime cose. L’attacco, per dire, non verrà toccato. Si è parlato tanto di Taremi ma l’iraniano, al limite, arriverà a giugno. Il club nerazzurro – piaccia o non piaccia – si fida del suo quartetto. Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene.