Frattesi-Inter, genesi ed evoluzione di una storia da raccontare prima che cali il sipario
Quella di Davide Frattesi all'Inter è una storia che merita di essere raccontata nella sua interezza, evitando di dipingerne soltanto alcuni tratti omettendone altri che, nella sostanza, risultano utili per comprenderla pienamente.
Frattesi si è trasferito all'Inter, nell'estate del 2023, all'esito di un ragionamento personale che lo ha portato a individuare in quello nerazzurro il progetto ideale per la sua maturazione ai massimi livelli. Dopo aver dimostrato, con la maglia del Sassuolo, di poter rappresentare un "attaccante aggiunto" con i suoi mortiferi inserimenti in area di rigore, il calciatore romano ha ritenuto di poter completare il proprio percorso di crescita grazie al binomio con l'allora tecnico nerazzurro Simone Inzaghi, il cui calcio offensivo avrebbe potuto esaltarne le doti in fase offensiva.
Il primo anno di Frattesi all'Inter: mentalità vincente in pillole
Due sono gli episodi che meglio rappresentano la foga, la determinazione, la cattiveria agonistica che hanno caratterizzato la prima stagione di Frattesi in maglia nerazzurra. Un'annata che, seppur non connotata da un minutaggio in linea con le ambizioni dell'azzurro, ne ha certificato in modo evidente l'importanza nel contesto del club meneghino. Il primo episodio, in questione, è rappresentato dal gol del definitivo 2-1 messo a segno da Frattesi in quel pazzo pomeriggio di San Siro che ha visto l'Inter prevalere sul Verona il giorno della Befana. Era il 6 gennaio del 2024, infatti, quando - da subentrante - il centrocampista italiano regalava con il suo marchio di fabbrica (gli inserimenti offensivi) ai nerazzurri una vittoria fondamentale nel viatico verso lo scudetto della seconda stella. Uno scudetto che l'Inter potè festeggiare in occasione del derby contro i cugini rossoneri proprio grazie a un'altra rete siglata da Frattesi in quella stagione. Il riferimento è al tap-in con cui l'ex Sassuolo firmò il sigillo del definitivo 2-1 per i meneghini, creando così le premesse per la conquista della seconda stella contro i rossoneri. Anche in quel caso l'Inter vinse con il punteggio di 2-1 (questa volta, senza il timbro di Frattesi). In un eterno ritorno di un risultato che ha rappresentato il leitmotiv di una stagione magica, per i colori nerazzurri, di cui Frattesi è stato indubbiamente un rappresentante primario, non una mera comparsa.
Il secondo anno di Frattesi all'Inter: tra mal di pancia e nuovi gol pesantissimi
I buoni auspici della prima stagione in nerazzurro non si sono, però, tradotti in un rafforzamento del proprio status all'Inter. Così può essere riassunto l'andamento della seconda annata del romano nel club meneghino, tra mal di pancia - che hanno indotto ad agitare lo spettro della possibile cessione invernale - e gol pesantissimi che non sono, comunque, mancati. Dalla rete di rabbia, in un momento molto delicato come quello dell'elaborazione del lutto per la scomparsa dell'adorata nonna, con cui ha consegnato all'Inter la vittoria a Monaco di Baviera nell'andata dei quarti di finale di Champions League. Al gol del definitivo 4-3 con cui ha consegnato all'eternità il successo epocale conseguito dall'Inter contro il Barcellona nel ritorno delle semifinali della medesima competizione.
Il terzo anno di Frattesi all'Inter: cambiare tutto per non cambiare nulla
Neppure l'approdo di Cristian Chivu sulla panchina dell'Inter, avvenuto nell'estate che ha portato alla sua terza stagione in nerazzurro, ha contribuito a mutare la realtà. Anzi, Frattesi ha visto sempre più ridotto il suo spazio all'Inter, al punto che lo scenario della separazione a gennaio è apparso sempre più concreto. In questo scenario, una riflessione risulta comunque dovuta: per rispetto della verità e della storia vissuta dalle parti.
A prescindere dalla sconfitta in finale contro il PSG e da quello che appare ora l'epilogo della storia di Frattesi all'Inter, quanto seminato nel corso del cammino intrapreso in maglia nerazzurra non può essere oggetto di facili riduzionismi. L'impronta del classe 1999, comunque vada a finire, resterà per sempre nella storia del club meneghino. Per i trionfi - con i gol contro Verona e Udinese, prima menzionati - e per i ricordi indelebili forgiati dalle sue marcature, frutto di una rinuncia ad arrendersi che rappresenterà sempre il suo tratto distintivo.
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