Tra Lautaro e Thuram si fa strada Esposito: dalla Serie B alla Serie A in pochi mesi in un 2025 da incorniciare
Il 2025 di Francesco Pio Esposito è l’anno in cui il tempo ha deciso di correre più veloce. Troppo veloce, forse, per chi ama etichettare, aspettare, rimandare. Ma non per lui. Perché il salto dalla Serie B ai riflettori dell’Inter non è stato un inciampo fortunato: è stato un passaggio naturale, quasi inevitabile, per chi ha sempre dato l’impressione di sapere quando e come stare dentro una partita.
Il momento simbolo arriva a Bergamo: entra, guarda, capisce. Un minuto. Tanto basta per leggere lo spazio, vedere Lautaro libero, scegliere la cosa giusta. Assist. Gol. Partita decisa. Non è solo una giocata tecnica, è una dichiarazione di identità. Pio Esposito non è il ragazzo che forza la conclusione per farsi notare, è quello che semplifica il calcio quando tutti lo complicano.
Il 2025 lo racconta così: meno ego, più intelligenza. In un’Inter che vive di equilibri delicati, entrare da rincalzo dietro Lautaro e Thuram non è semplice. Devi accettare il ruolo, ma anche riempirlo di senso. Lui lo ha fatto. Ogni ingresso è stato utile, ogni pallone toccato funzionale. Non ha chiesto spazio, se lo è preso con la credibilità.
C’è poi l’aspetto umano, che spesso fa la differenza più del talento. Pio Esposito parla come gioca: misura, lucidità, autocritica. Ammette la frenesia sul mancato 2-0, riconosce i meriti dei compagni, sposta sempre il fuoco su squadra e lavoro. È un linguaggio da grande, in un corpo che grande lo sta diventando adesso.
Il suo 2025 non è fatto di numeri roboanti, ma di momenti pesanti. Quelli che restano. Quelli che fanno sì che uno spogliatoio inizi a fidarsi, che un allenatore lo guardi come una soluzione vera, che un pubblico inizi a riconoscerlo.
Francesco Pio Esposito non ha ancora “sfondato”. E va bene così. Il bello del suo 2025 è proprio questo: non ha bruciato tappe, le ha percorse con intelligenza. Se questo è l’anno dell’arrivo, il prossimo potrebbe essere quello della permanenza. E nel calcio, restare conta sempre più che arrivare.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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