Stefano Borghi: "Eriksen: la vera vittoria, la sua miracolosa resurrezione"

Stefano Borghi: "Eriksen: la vera vittoria, la sua miracolosa resurrezione"TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 16 giugno 2021, 07:09News
di Redazione LI.
fonte Stefano Borghi per STARCASINO.SPORT

Lo abbiamo visto arrivare come l’Europeo della vita, del ritorno verso la pienezza delle nostre possibilità, con il pubblico finalmente sparso sugli spalti dell’Olimpico, con un’Italia che profuma splendidamente di primavera, non solo perché il suo CT le ha dato un gioco che ha spazzato via l’inverno degli anni precedenti ma perché i ragazzi azzurri ci piacciono veramente tanto e magari possono regalarci anche qualche sogno, a patto che non li si carichi eccessivamente di pressioni e aspettative inverosimili. Subito dopo abbiamo addirittura temuto che diventasse l’Europeo della morte, dello sprofondo più angosciante in quell’ignoto che ci ha pervasi per un anno e mezzo lasciandoci senza spiegazioni, e che nel momento del sollievo, della felicità, della sensazione di poterci allontanare da esso ci ha aggrovigliato gli occhi e lo stomaco.

Eriksen: la vera vittoria, la sua miracolosa resurrezione 

In quei muti minuti in cui nessuno di noi sapeva cosa ne fosse della vita di Christian Eriksen, nessuno poteva più parlare ma tutta la famiglia del calcio si è unita in quel cordone di protezione, preghiera, disperazione e totale affidamento a forze superiori personificato dai compagni di Eriksen. Tutti siamo diventati la Danimarca e la Danimarca è diventato tutto il mondo del calcio, che prima di baruffe, controversie, foschi discorsi economico-finanziari o beghe da cortile è assolutamente questo: sentimento, unione, valore. Capitan Kjaer ha issato a emblema il suo coraggio di uomo che in tutto ciò che poteva fare è stato il primo a farlo, e poi, solo dopo che le cose si erano stabilizzate, ha ceduto alla sua umanità. I giocatori con le maglie biancorosse, completamente persi nella tenebra del terrore, hanno fatto l’unica cosa che era in loro potere: proteggere il loro compagno, schermarlo e scortarlo attendendo che fosse lui ancora una volta a vincere. Poi sono stati i medici a far sì che la tragedia non spazzasse via di nuovo tutto, è stata la presenza di un defibrillatore che ha evitato quello che per diversi, terribili istanti sembrava inevitabile. Ma quello che è successo a Eriksen e attorno alla sua miracolosa resurrezione ha fatto sì che questo diventi in definitiva l’Europeo del calcio, che finalmente ora è davvero tornato ad avere i propri ineguagliabili colori mostrando tutta la propria forza positiva. E quindi celebriamo il calcio di questo surreale, accidentato, intensissimo Campionato d’Europa. Anche perché, stando alle partite fin qui viste, è un calcio tutt’altro che disprezzabile e – viste tutte le condizioni – per certi versi addirittura sorprendente.

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