Palmeri: "Conte-Napoli, vincere e dirsi addio: riavremo lo scontro finale con Allegri"

Nel suo editoriale per Sportitalia.com Tancredi Palmeri commenta la serata che ha regalato il tricolore al Napoli: "Nessuno con le rotelle a posto si sognerebbe di attribuire a qualcuno che non sia Antonio Conte la palma di artefice maggiore di questo scudetto. Ma sì certo in campo ci vanno i giocatori, e chi assembla il pacchetto squadra-allenatore è il presidente, ma non credo che ci possa essere il minimo dubbio non solo su chi è ii principale artefice, ma proprio sul fatto che senza Antonio Conte questo Napoli non avrebbe mai vinto lo scudetto. E non sono di maniera le sue dichiarazioni su questa come la sua più grande impresa in carriera: è giusto, perché alla Juve e all’Inter aveva la squadra più forte, quantunque di un’inezia come al primo anno della Juventus; così come al Chelsea non aveva la più forte ma sicuramente una versione competitiva e con la memoria recente di vittoria, e sicuramente una società che aveva fatto mercato.
Anche al Napoli il mercato gliel’hanno fatto, ma quanto ha dovuto penare. Ed è vero che la squadra aveva vinto il campionato da poco, ma aveva pur sempre perso i primi tre uomini cardine. Insomma, mai come stavolta Conte era stato così poco favorito sulla carta, ed ecco che si configurano i contorni del capolavoro in carriera.
Ma è vincere e dirsi addio. Quanto freddo è stato l’abbraccio con De Laurentiis, quanto fataliste le parole del presidente stesso. Con questo tipo di personaggi di solito giravolte non ne avvengono, e persino negli ambienti vicini ad Antonio qui a Napoli si dà l’addio per scontato. Al vertice Conte-De Laurentiis si andrà per ascoltare ma nella convinzione che le beghe per farsi fare il mercato nelle ultime due sessioni hanno scavato un solco profondo, così come ho avvertito da febbraio. E poi l’alternativa è troppo allettante. Non solo perché Antonio è cuore Juve, nonché tutto il fascino di essere proprio lui a riportarla alla scudetto; ma perché il supporto di mercato degli Elkann sarebbe totale, e incontrastato in Italia.
I napoletani non ci pensano perché stanno contenti. Ma da contenti staranno con Allegri. Le parole di De Laurentiis erano così serafiche non solo per indole o per orgoglio del presidente, ma perché stavolta DeLa ha già l’alternativa in mano a prescindere, rispetto all’addio di Spalletti che lo lasciò colpevolmente e inspiegabilmente impreparato. Gli incontri con Allegri ci sono già stati, manca solo il sì finale proprio per lasciare uno spiraglio a Conte.
E così riavremo un Allegri vs Conte versione scontro finale. Perché incredibile a dirsi, sono ben 12 anni che i due non si battono tra loro essendo per tutta la stagione in panchina. Ovvero dai primi due anni di Conte sulla panchina della Juventus, con i suoi primi due scudetti contro il Milan di Allegri, sorpassato il primo anno e poi mandato al terzo posto con distacco al secondo anno. Poi per 12 anni a turno uno usciva e l’altro entrava in Serie A senza sfiorarsi mai, con Allegri che succedeva a Conte nel 2014 così come accadrà adesso, con la differenza che Conte non va in Nazionale ma alla candidata principale a essere la sfidante dei campioni d’Italia. Pensate che stagione sull’asse Napoli-Juventus ci aspetta…".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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