Lukaku: "Al primo anno all'Inter non avevamo vinto, mi dava una sensazione acida"
Nella seconda parte del racconto destinato alla puntata di 'One for All', il documentario di Prime Video su tre calciatori top del Belgio, Romelu Lukaku ha voluto soffermarsi sul primo anno trascorso in nerazzurro. Fino al trionfo di due stagioni fa: "Se non avessi vinto niente, nessun trofeo, sarei veramente amareggiato. È così per me, il mio obiettivo è vincere. Arrivati a quel punto della mia carriera avevo segnato tanti gol ma non avevo vinto niente. Era molto difficile per me. Inter? Al mio primo anno non avevamo vinto, mi dava una sensazione acida. Ma non puoi stare fermo, devi spingere e vedere quello che puoi fare. E poi siamo diventati campioni. Sapevo che avremmo vinto sin dal primo giorno. Negli allenamenti tutti erano motivati. Avevo un obiettivo, Sentivo che ero arrivato al livello successivo e mi avrebbe aiutato. E alla fine è successo ed ho detto 'Ce l’abbiamo fatta' e tutto era fatto. A volte hai bisogno di un momento così nella vita. Spero che tutti abbiano quel momento nella vita, dove arrivi dove vuoi essere. Scudetto? Ricordo di aver mostrato le mie emozioni sul campo per la prima volta. Emozioni reale di gioia, ero super felice".
Il gigante belga poi si è lasciato andare, raccontando delle complicazioni accorse nel 2022 e quanto i figli per lui siano stati quasi la medicina: "Tutti hanno un momento in cui le cose non vanno bene. Messi, Cristiano Ronaldo, Neymar, hanno stagioni in cui non va bene. Ci sono cose più importante nella vita. Devi dare il giusto valore alle cose, il calcio è la mia passione, ma adesso con i miei figli è diverso. Non puoi tornare a casa contrariato, non funziona. Romeo ha quattro anni, vedono una foto di me e vedono un’immagine che nessuno conosce. Vedono il vero me. Io e Romeo abbiamo una connessione speciale, mi chiede tante cose. Vedo molto di me in lui. Jordan è ancora piccolo, Romeo è simile, molto. I figli, nel mio caso, mi hanno portato pace. Quando penso di perdere il controllo guardo Romeo e mi calmo. Sono un ragazzo a cui piace stare a casa, andare fuori non fa per me. Preferisco giocare alla PlayStation con gli amici. Gioco spesso al Pro Club di FIFA o NBA2K".
Riguardo la Nazionale belga invece Rom ha svelato: "Quello che abbiamo fatto in dieci anni, tanto tempo nella TOP 4 del mondo. E quello che deve puntare il club, sempre almeno nei quarti per un paese piccolo è un grande risultato. Abbiamo giocatori che hanno giocato ad alti livelli per tanto tempo e vinto trofei importanti. Abbiamo esperienza ad alti livelli. Siamo vicini, i giocatori trascorrono tanto tempo insieme. Mondiale 2018? La preparazione fu di due anni. Dal 2016 al 2018 il livello degli allenamenti era il più alto che abbia mai sperimentato. Ma lasciare Marouane, Vincent, Mousa. Dovevamo anticiparlo meglio, personalmente parlando. Adesso le nuove generazioni hanno le loro abilità e caratteristiche. Avranno una chance? Tutti parlano di ringiovanimento, capisco che siamo vecchi. Ma in Italia? Bonucci e Chiellini hanno 34 e 36 anni ed hanno vinto. Da 19 a 23 è l’età migliore per il calcio, devi giocare tanto ed imparare per poi giocare ad alto livello".
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