Lautaro: "Stavo perdendo sensibilità alla caviglia, ma ero il cannoniere di Scaloni. Per fortuna c'era la mia famiglia"

Anche i calciatori sono fragili psicologicamente. Specco ci dimentichiamo del lato umano dei giocatori, ma a far tornare con i piedi per terra un po' tutti ci ha pensato Lautaro Martinez, che di fronte ai microfoni di Star+ ha trovato il coraggio di raccontare quanto l'infortunio alla caviglia dello scorso anno lo abbia segnato mentalmente dall'inizio della scorsa stagione, passando per il Mondiale in Qatar e non solo. Avendo trovato però il giusto "antidolorifico" nella sua famiglia: "Il dolore non mi permetteva di allenarmi, di calciare col collo del piede. A volte in alcuni movimenti di arresto e ripresa vedevo le stelle. Ma non ho mollato, ho continuato a provarci, ma poi è diventato impossibile. Volevo spingere sempre di più, ma la mia caviglia stava perdendo sensibilità. Era molto difficile giocare in quel modo. Mi sono chiuso in me stesso - l'ammissione del Toro -, ho pianto, ho passato un brutto periodo nella mia stanza. Ho fatto venire spesso la mia famiglia, mia figlia, perché potessero starmi vicino. Avevo bisogno di felicità e affetto che la famiglia ti regala in quei momenti. Per fortuna le avevo vicino a me. Ho provato a superare quei momenti con loro, è stato difficile perché ero il cannoniere dell'era Scaloni prima del Mondiale".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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