CT Danimarca: "Forse non saremmo dovuti tornare in campo. Eriksen era preoccupato per noi"

CT Danimarca: "Forse non saremmo dovuti tornare in campo. Eriksen era preoccupato per noi"TUTTOmercatoWEB.com
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domenica 13 giugno 2021, 15:58Primo piano
di Luca Chiarini

Alla conferenza della Federcalcio danese all'indomani del malore di Eriksen ha preso parte anche il c.t. Hjulmand: vi proponiamo di seguito tutte le sue dichiarazioni, raccolte da TUTTOmercatoWEB.com.

Come si è arrivati alla decisione di riprendere la partita?
“Sia io che i giocatori ci siamo assicurati che Christian stesse bene prima di prendere una posizione al riguardo. La UEFA ci ha dato due opzioni: o completare il match in serata o riprendere il giorno dopo (oggi, ndr) alle 12. Onestamente non credo che saremmo dovuti tornare in campo”.

La squadra riuscirà a concentrarsi per le prossime partite?
“Domani proveremo a ritrovare il focus, i giocatori hanno sofferto un trauma, patito lo stress. Forse per qualcuno è ancora troppo presto per riuscirci, cercheremo di usare questo evento per unirci ancora di più e fare il nostro meglio nei prossimi incontri. Penso che ci riusciremo”.

Cosa le ha detto quando vi siete sentiti?
“Era preoccupato per noi e per la sua famiglia, ha detto che non si ricordava molto e che era preoccupato per noi. È tipico di lui, questo dimostra che grande giocatore e che grande persona sia. Voleva che giocassimo, è un calciatore e si sente meglio quando si gioca a calcio. Cercheremo di giocare per lui”.

Siete delusi che la UEFA non vi abbia fornito un’alternativa a giocare la partita?
“Guardando indietro, penso che sia stato sbagliato far scegliere ai giocatori tra le due possibilità. Erano in condizioni di stress e non sapevano come stesse il loro amico. Ho la sensazione che non avremmo dovuto giocare, magari saremmo dovuti solo salire sul bus e andare a casa. Ma è una cosa che penso ora, è stata una decisione difficile. Penso che sia stato sbagliato far scegliere ai calciatori. Io sono orgoglioso di loro, intendiamoci. Ieri abbiamo visto cosa è il calcio: spirito di squadra, compassione, amore. È stato anche un grande segnale”.

Come stanno Kjaer, Maehle e Braithwaite?
“La prima cosa che hanno dovuto affrontare è stato lo sguardo di Christian, la sua faccia, i suoi occhi. È stata un’esperienza tremenda. Poi anche dover parlare con sua moglie. Poter parlare con lui questa mattina è stata una cosa molto positiva, poi ognuno dovrà riflettere su cosa si portano dietro dopo quanto è successo ieri. Servirà del tempo, a qualcuno magari un po’ di più. Ma tutti noi dovremo farci i conti. Cercheremo di aiutare i giocatori nel miglior modo possibile, ma non sarà semplice. Non è una cosa che ti scrolli di dosso facilmente”.