Conte: "Pressione si sente. Superlega? Meritocrazia deve prevalere sempre"
Antonio Conte, allenatore dell'Inter, è intervenuto ai microfoni di Sky dopo il pareggio per 1-1 contro lo Spezia che ha però avvicinato ulteriormente i nerazzurri all'obiettivo scudetto. Queste le sue dichiarazioni partite con un siparietto con Pandev: "Era un'ipotesi un suo arrivo a gennaio, me lo hanno detto i miei dirigenti. Goran non smettere che hai ancora voglia e puoi dare ancora tanto al calcio".
Che valore dà a questo punto conquistato?
"La pressione è inevitabile che si senta anche perché non dimentichiamo che tantissimi calciatori stanno lottando per la prima volta per vincere qualcosa di importante. Lo stanno facendo molto bene, sono contento della prestazione e se avessimo vinto non avremmo rubato nulla. Parliamo di un pareggio anche se la partita è stata fatta con la giusta voglia, la giusta determinazione perché siamo stati un po' imprecisi qualitativamente. Le giornate iniziano a diventare sempre di meno, mi interessa la prestazione, ma dobbiamo convivere con la pressione e lo stiamo facendo da inizio anno. Domenica ci aspetta la gara con il Verona, abbiamo speso tanto e dobbiamo recuperare".
E' stato più complicato il lavoro in questi giorni?
"Siamo rientrati lunedì e chi aveva giocato ha fatto defaticante e poi martedì abbiamo preparato la partita di stasera. Il lavoro è stato bello concentrato, ma abbiamo inevitabilmente ascoltato tutti quanti queste notizie che ci sono giunte".
Qual è la sua opinione sulla Superlega?
"Non bisogna mai dimenticare le tradizioni, vanno sempre rispettate, appartengono alla storia ed è bello mantenerle. Ci deve essere passione nello sport e, non per ultimo, ci deve essere meritocrazia. Noi lavoriamo per cercare di vincere e guadagnarsi un qualcosa, la meritocrazia va messa al primo posto. L'Uefa deve riflettere però su quello che è successo perché organizzano tornei prendendo tutti i diritti e ne riservano una piccola parte alle squadre che partecipano. Le società mettono i giocatori, investono e che ci rimette sono i club e i giocatori spremuti come limoni anche con le nazionali. I club devono essere premiati in modo più congruo, loro investono niente, ma le società devono pagare tutti quanti. A prescindere dal risultato se loro prendono 10 e ne danno solo 3 alle squadre non penso sia giusto perché sono i proprietari dei club a metterci dei soldi. La proporzione deve essere cambiata".
Crede che si possa aprire ora una dialettica nuova sul calcio?
"Non ho fatto grandi riflessioni sulle formule. La Champions League e l'Europa League le devono giocare chi ha il diritto meritocratico di giocarle poi possono essere a 32 o 54... Il merito deve prevalere sennò di che parliamo, lo sport perde di significato. La meritocrazia va messa al primo posto così come gli organismi importanti devono fare qualche riflessione su quanto debbano avere i club che secondo me è un poco in più".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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