ESCLUSIVA - Fabio Aurelio: "Il Liverpool non ha debolezze: Inter, dovrai essere perfetta"
Esattamente dieci anni dopo, l'Inter torna a vivere una grande serata ad eliminazione diretta in Champions League. Inter-Marsiglia si giocò nel lontano 2012, un'era geologica fa se consideriamo i cambiamenti avvenuti nel mondo del calcio e nella Beneamata in particolare, in questo lasso di tempo.
Le pretese sono ridotte rispetto ad allora, ma l'orgoglio e la voglia di vivere due grandi serate ci sono, e ci mancherebbe. Perché l'Inter è l'Inter, anche e soprattutto quando non parte come favorita in una sfida che verrà vista in tutto il mondo.
La redazione de L'Interista ha contattato in esclusiva un giocatore che conosce molto bene l'Universo dei Reds: stiamo parlando dell'ex terzino brasiliano Fabio Aurelio, che ha militato nel club inglese dal 2006 al 2012, affrontando (ed eliminando) anche l'Inter di Mancini, proprio agli ottavi, nel 2008.
Se ti parlo del Liverpool, cosa ti viene in mente?
"Sono stato il primo brasiliano a vestire la maglia del Liverpool. Questo ha significato molto per me. Un grandissimo club, con tifosi incredibili. Sentir parlare del Liverpool mi ricorda quanto sono stato fortunato ad avere la chance di giocare per questo club stupefacente e di giocare grandi partite".
Il Liverpool è quasi imbattibile, in questo momento?
"Il Liverpool è sempre stato un top club, dunque duro da affrontare. Dopo l'arrivo di Klopp, però. è diventato ancora più forte. Fa un calcio più aggressivo, oltre ad avere come sempre un grandissimo livello come rosa. Non ho dubbi sul fatto che sia uno dei club più difficili da battere al mondo, in questo momento".
Dove invece vedi dei punti di debolezza, che l'Inter potrebbe sfruttare?
"Il Liverpool gioca aggressivo, come dicevo prima, pressa molto alto, per recuperare il pallone. Ed una votla che è passato in vantaggio, continua a fare lo stesso. E se anche trovano una squadra capace di spingerlo indietro, comunque è capace di fare contropiedi micidiali. Questi sono i motivi per i quali secondo me oggi è molto difficile pensare di batterlo. Ovviamente l'Inter ha a sua volta dei punti di forza che cercherà di sfruttare ed ogni dettaglio potrà fare la differenza".
L'Inter ti piace?
"L'Inter mi piace, così come il calcio italiano, da sempre. Mi sarebbe piaciuto poter giocare da voi, ma purtroppo non c'è stata l'occasione. In questa grande competizione che è la Champions League, ogni minimo dettaglio fa la differenza. Non hai tempo di recuperare, di riposare. Entrambe le squadre dovranno essere al top se vorranno continuare il loro percorso in Europa".
Questa sfida l'hai vissuta in prima persona, nel 2008...
"A proposito dei dettagli di cui ti parlavo. Materazzi venne espulso nel primo tempo e poi Cordoba si fece male. Noi siamo riusciti a segnare due gol, che ci hanno permesso di sopportare meglio la pressione di dover giocare il ritorno a San Siro. Quella Inter era davvero forte, piena di campioni. Come dicevo però, i dettagli influiscono molto i match come questi. Devi essere al tuo massimo livello, tecnico, tattico, mentale. Un calo di attenzione del singolo può pregiudicare il lavoro della squadra e la qualificazione".
Dover giocare ad Anfield per un avversario, quanto è duro?
"Ho avuto l'occasione di andare lì da avversario quando ero del Valencia. Mi sono subito reso conto che dovevo essere al mio massimo livello di attenzione, perché lì è richiesto il massimo, per uscirne indenni. Era chiaro che ogni minimo errore poteva costare la partita, perché ad Anfield è così".
C'è una ragione per la quale i brasiliani ed i Sudamericani in particolare, per molto tempo hanno scelto più facilmente l'Italia o la Spagna, piuttosto che la Premier?
"Nella mia opinione, se tu chiedi un po' in giro a tutti i calciatori brasiliani dove vorrebbero giocare oggi, la maggior parte ti risponderà in Premier League, che in questo momento rappresenta il top a livello di campionati. Sono d'accordo però sul fatto che l'Italia e la Spagna a livello di stile di gioco, cultura e meteo aiutano maggiormente un brasiliano ad adattarsi più velocemente".
Quali differenze hai trovato invece tu, nel giocare in Inghilterra, dopo la Spagna?
"Sicuramente ho notato che il gioco era più veloce e fisico allo stesso tempo. Questi due aspetti sicuramente sono stati quelli che subito mi sono sembrati totalmente differenti rispetto agli altri campionati".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati