ESCLUSIVA - Cruz: "Vi racconto il derby di Milano. Lautaro? Gli argentini all'Inter scrivono la storia"
"Provvidenza": così lo storico telecronista di Inter Channel, Roberto Scarpini, aveva ribattezzato Julio Cruz. Uno che, tanto quando giocava titolare, quanto le volte che partiva dalla panchina, non lasciava mai tranquilli gli avversari e regalava sempre un'ultima speranza ai propri tifosi, anche nelle partite più brutte.
Come quel derby della stagione 2006/07, quando il pomeriggio si stava facendo più nero che azzurro per la Beneamata: proprio Ronaldo, dopo il "tradimento" del passaggio al Milan, aveva firmato l'1-0. Al Jardinero bastarono 11 secondi, il tempo di entrare in area dopo il cambio con Crespo, per rimettere le cose a posto.
La redazione de L'lnterista ha contattato l'ex bomber nerazzurro per parlare di quella partita e del derby che domani rivedrà opposte Inter e Milan.
Siamo alla vigilia del derby. Come la vivevi, da calciatore?
"La vivevo come si vive la vigilia di un derby, che non è un derby qualunque, ma quello di Milano. La settimana prima era molto... non dico soffocante, però sai, ovunque andavi trovavi gente di Inter o Milan che ti incitava o fermava. Era molto bello, si respirava fin da subito il clima partita. Sappiamo quanto sono importanti questi due club per l'Italia, per la città, per la gente. E tu cercavi di stare tranquillo. Non dico che ci rendesse nervosi, ma ne capivamo l'importanza".
Che partita sarà?
"Beh, l'Inter ci arriva molto bene, ma come dico sempre i derby sono sempre derby. Spero le cose possano andare bene per noi, ma può succedere di tutto. Se guardiamo il campo, mi rende molto felice vedere che Inzaghi sta facendo così bene. Sono contento per la squadra e per tutti i tifosi. I giocatori, così come il corpo tecnico, stanno facendo le cose come si deve".
Lautaro è sempre più protagonista. Cosa gli consiglieresti per crescere ancora?
"Sono contento per Lautaro, non ha bisogno di particolari consigli. Come tutti i Sudamericani che arrivano in Italia ha dovuto affrontare un processo di adattamento. Lui lo ha avuto il primo anno, quando cominciò a conoscere il calcio italiano e la vostra cultura. Oggi si vede tutto il lavoro che ha svolto. E sono felice perché vedo che anche oggi gli argentini all'Inter continuano a scrivere la storia di questo club glorioso, che ama gli argentini".
Credi che l'Inter possa continuare il ciclo aperto da Conte?
"Conte ha fatto un grandissimo lavoro, facendo tornare l'Inter a vincere. Ma non bisogna sottovalutare il quello che sta facendo Inzaghi. Non è facile mantenere lo stesso alto livello dai giocatori quando un allenatore se ne va. Si possono rilassare e questo non si è visto fra i nerazzurri. Tanto Inzaghi come la dirigenza hanno fatto un lavoro enorme per avere continuità. Oggi si vede la sua idea di calcio. Si vede la sua mano e che la squadra lo segue".
Inter-Milan 2-1, 2006/07: entri e rimonti il gol di Ronaldo assieme ad Ibra. Ci racconti quel pomeriggio magico?
"Quello che voglio raccontarti è quanto avevamo vissuto le 2 settimane prima di quel derby. Si parlava molto del tema Ronaldo, che era tornato in Italia, al Milan. I tifosi dell'Inter lo avevano amato molto in passato, così più del solito ci pregavano di vincere. Mancini mi fece entrare nel secondo tempo per Hernan Crespo. E li successe la cosa più bella che potessi desiderare: corro verso l'area appena entrato, Ibra salta Maldini e la mette in mezzo, io faccio un passo indietro e la incrocio sul secondo palo".
L'apoteosi.
"E' stato un sogno quella partita. Feci anche un tacco che per poco non entrava. E dopo, l'assist per Ibra, il gol rimonta. Un dery speciale per me e per tutti i tifosi. Mi ricordo bene la felicità di tutto lo stadio e non soltanto per Ronaldo. Anche se, come ti dicevo, era stato molto amato e puoi immaginare il fastidio delle persone nel vederlo subito segnare il vantaggio. Spettacolare. Grazie a Dio la rimontammo, la sera ricordo un Moratti euforico".
Julio, con quel reparto avanzato Mancini ogni domenica poteva affiancarti un compagno diverso, ma sapevi adattarti a giocare con qualsiasi tipo di giocatore. Non credi che questo ti rendesse uno degli attaccanti più intelligenti in circolazione?
"Chiaro che uno deve cercare di adattarsi a tutto, almeno io cercavo di farlo. Con Martins sapevo che dovevo ricevere palla e cercare di mettergliela in profondità, visto che era velocissimo. Con Ibra invece mi intendevo alla perfezione a livello tecnico, gli piaceva giocare la palla, venivano fuori dei begli scambi. Lo stesso con Adriano. E anche con Crespo c'era una bella intesa. Sì, ogni domenica cercavo di capire chi avevo vicino e fare il meglio, è vero".
Quanti gol farebbe Julio Cruz oggi, in una Serie A che gioca molto di più all'attacco?
"Non voglio dire cifre, mentirei. Credo che le cose stiano cambiando, dunque è difficile fare paragoni fra ciò che abbiamo fatto noi ed il calcio di oggi. Che è più veloce, fisico. Io quando giocavo per la Nazionale dovevo lottare con grandissimi attaccanti come Batistuta, Balbo, Crespo, Caniggia. Ognuno di loro era un fenomeno nel suo club. Una sana competizione ed un livello altissimo. Oggi il calcio è cambiato come dicevo, non solo nei nomi, ma anche nel fatto che tutti si devono adattare a questi cambiamenti".
Tuo figlio Juan Manuel continua a crescere. Dove credi sia migliorato nell'ultima stagione?
"Sono contento perché si è conquistato il posto da titolare nel Banfield attirando l'attenzione di molti club sia qui in Argentina, che in Europa. Dopo tanto lavoro, perseveranza e sacrifici sta riuscendo a fare quello che gli piace, ovvero giocare a calcio a livello professionistico. E questo ci rende orgogliosi, a me e tutta la famiglia. In questo mercato ha avuto la possibilità di venire nel vostro Continente, ma credo non sia ancora il momento. Deve continuare a giocare e fare le cose come sta facendo. Sta molto bene e sono contento perché so che presto lo vedremo lì da voi".
Quanto è importante che i club ascoltino il parere degli ex campioni, come l'Inter fa con Zanetti, il Milan con Maldini, la Fiorentina con Burdisso, per citarne alcuni?
"E' molto importante. E' vero che una cosa è uno come calciatore, un'altra come dirigente. Io ho vissuto lo stesso, visto che oggi sono diverso come procuratore e padre di famiglia, rispetto a quando ero calciatore. Sono contento per Pupi, perché è una persona che ha fatto tantissimo per questo club ed anche oggi continua a dare molto. Lo stesso per Maldini, una persona eccezionale, per lui ho sempre avuto un grande rispetto, non solo come calciatore, ma come persona. Senza parlare di Burdisso. Con lui abbiamo condiviso tanto e sono contento di vedere che le sue scelte per la Fiorentina siano così buone. Vedo molti ex compagni in questi ruoli e penso che sia una buona cosa per tutto ciò che hanno rappresentato come calciatori".
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