L'estate delle occasioni mancate. Ora l'Inter non può permettersi di sbagliare il difensore

Sembra passata un'era geologica dagli inizi di giugno, quando qui e altrove si raccontava di un'imminente rivoluzione. Il presupposto era semplice e nasceva dalla scoppola di Monaco di Baviera, un 5-0 che aveva messo a nudo tutti i problemi di "durata" di una rosa che superava ampiamente i trent'anni d'età media. Proseguire coi vari Acerbi, Darmian, Mkhitaryan e forse anche Sommer sembrava impensabile per l'Inter, dunque tutti erano in bilico di fronte al possibile ribaltone firmato da Cristian Chivu nel nome di un ringiovanimento complessivo della rosa e dell'undici titolare. Quasi tre mesi dopo, quelle valutazioni sono un lontanissimo ricordo: l'estate dei grandi coltelli nerazzurri si è trasformata in una rivoluzione fatta con le matite, cancellando e riscrivendo gli stessi nomi.
La nuova Inter è di fatto la vecchia Inter, con del significativo maquillage in panchina (Luis Henrique, Diouf, Bonny e Pio Esposito) e un solo potenziale titolare: al netto di infortuni o ribaltoni nelle gerarchie, Petar Sucic sembra essere l'unico vero titolare aggiunto, seppur in competizione con Henrikh Mkhitaryan. Col Torino si vedranno dunque 10/11 della formazione di Monaco, dopo un'estate all'insegna della frustrazione: Leoni è stato sedotto e abbandonato, per Lookman ci si è arenati su qualche milione, per Manu Koné è stato fatto un tentativo pretenzioso. Il calciomercato che sta per concludersi è stato caratterizzato dalle giravolte e dai cambi d'opinione di un'Inter che, anche se nessuno lo ammetterà, è sembrata perdere costantemente la bussola morale delle sue trattative. Due acquisti chiusi subito (Sucic e Luis Henrique), il terzo arrivato tra la fine di giugno e l'inizio di luglio, poi quarantacinque giorni di sostanziale pausa e stallo su Ademola Lookman.
Il fantasista o seconda punta che potesse dar vita al 3-4-2-1 con Lautaro e Thuram sembrava essere la priorità assoluta, ma in realtà lo era solo il nigeriano: non c'è mai stato un reale piano-B e l'Inter non ha minimamente considerato di cercarne uno, accecata dalle (pretenziose) promesse dell'entourage. La crepa nel muro dell'Atalanta non c'è mai stata, dunque ecco il dietrofront che ha riportato Ausilio e Marotta sull'accoppiata centrocampista+difensore. Diouf è già arrivato e verosimilmente debutterà col Toro, dunque ora i tifosi ribollono per il potenziale rinforzo in difesa. Ed è proprio qui che casca l'asino, come si suol dire nei proverbi, perché l'Inter quel rinforzo ce l'aveva in mano: Giovanni Leoni le ha detto sì, aspettando la chiamata di Chivu e l'offerta nerazzurra da giugno a metà agosto. La dirigenza si è invece "seduta" e ha consentito al Liverpool di mostrare interesse, prendere informazioni e prendere il giocatore in quattro e quattr'otto: 35mln e il 10% sulla rivendita, Leoni diventa Lions e vola nel Merseyside.
Dunque ora i nerazzurri, con otto giorni di mercato tutti da vivere, si ritrovano col cerino in mano e tantissima confusione in mente. Il difensore doveva essere la priorità assoluta dell'estate, visti i limiti d'età raggiunti da Acerbi (tre mesi out per infortunio nel 2024/25) e de Vrij, invece è diventato sostanzialmente l'ultima ruota del carro da cercare a fine agosto. Storicamente, il momento in cui anche le riserve magicamente costano 25-30mln e chi ha giocatori di alto livello (a meno di proposte irrinunciabili) se li tiene. Nasce proprio da qui la sensazione di un'Inter che brancola nel buio, senza avere un'idea chiara e (forse) distratta dalle voci su Ausilio all'Al-Hilal: tanti, tantissimi nomi e tanti, tantissimi identikit diversi. Il difensore sarà un Under-22 buono per le liste e da valorizzare, come fanno pensare i nomi di Akcicek e Jacquet? Oppure sarà un giocatore con esperienza internazionale e Under-30 (Kim o Upamecano)?
Una cosa è certa, è questo il colpo che non si può sbagliare e che può cambiare completamente il volto dell'estate. Pescare un altro Palacios, che non farà mai breccia in prima squadra, vorrebbe dire mettere Chivu in una posizione non invidiabile: Acerbi e de Vrij hanno un anno in più, si potrebbero studiare soluzioni interne (Bisseck centrale?) ma è tutt'altro che semplice, giocando ogni tre giorni. Trovare un titolare e un giocatore forte, anche a costo di investire 35-40mln, rilancerebbe invece i sogni di riscossa-scudetto e darebbe tutto un altro sapore a un'estate che per ora è da 6.5 e poco oltre: stop dunque alle scommesse, si osi il colpo dell'estate. Una piccola postilla, infine, la dedichiamo al futuro di Benjamin Pavard. Il padel-gate e un paio di mesi opachi possono davvero cancellare quello che era stato uno dei colpi più graditi e festeggiati dalla tifoseria nerazzurra? Francamente fatichiamo a capire il motivo per cui si stia considerando la cessione del francese, peraltro per soli 20mln e generando una plusvalenza pressoché inesistente. Se l'idea è quella di lanciare Bisseck, si può trovare una soluzione diversa dall'addio di uno dei giocatori con più esperienza internazionale dell'Inter, soprattutto all'inizio di un nuovo progetto tecnico che comporterà (giocoforza) qualche sbaglio iniziale e qualche rischio...
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