Steven, i contratti, il futuro. E la Lazio
Alla fine della fiera Steven Zhang è tornato a Milano. Che sì, dai, per qualcuno manco più si sarebbe fatto vedere – su quali basi poi nessuno ancora lo ha capito – oppure viene per alzare qualche trofeo – non mi sembra di averne vinti dopo lo scudetto e, nel caso, questa squadra pare essere sua, costruita da Suning a meno di non essermi perso dei pezzi per strada – o, ancora, per chiudere la vendita della Società – a oggi acquirenti reali, non parole per quanto fantastiche però null’altro se non parole, Voi ne vedete? Io, personalmente, no -.
Steven Zhang torna a Milano per una serie di impegni a questo punto inderogabili e, sotto certi aspetti, dovuti. Il ragazzo è affezionato all’Inter, raccontare il contrario significa non aver capito molto del Presidente, ha investito fin quando gli è stato possibile, ha sempre detto che non vede un futuro prossimo lontano dai colori del cielo e della notte. Finora, ad aver ragione, è stato lui. Nonostante le chiacchiere intorno alla Società nerazzurra. Nonostante fin troppo sia stato detto o scritto sull’Inter e la Sua proprietà. Poi, sia chiaro, se la situazione dovesse perdurare, soldi pochi quando nulla, impossibilità di immettere capitali beh, allora qualche discorso si potrebbe anche cominciare a fare. Vero. Però, quando so che Marotta, Ausilio, Baccin, Samaden, Antonello e altri dirigenti non hanno la minima intenzione di mollare baracca e burattini qualche riflessione la faccio, partendo dalla certezza che loro ne sanno molto più di me: anche di Voi, permettetemelo. Oltretutto, da quel poco che trapela, la richiesta della classe dirigente interista sarebbe stata – usiamo il condizionale – preferibilmente fino a giugno 2025. Poi, così si dice e si mormora, tutti verranno rinnovati fino al 2024. E la domanda mi sorge spontanea: ma se Marotta, Ausilio, Samaden e gli altri, uomini che il calcio lo masticano da decenni e le vicende societarie pure, vogliono restare, cosa significherà? Io una risposta me la sono data, Voi provate a dare la Vostra.
Gennaio tempo di rinnovi dicevamo, primo tra tutti quello di Brozovic per il quale siamo ai dettagli finali. Gennaio, tempo di scambi, il vecchio caro mercato di riparazione. Che proprio perché di riparazione mi domando: ma l’Inter cosa deve riparare? Poi certo, guardo la panchina, la rosa, il rendimento di qualcuno e penso forse un altro, al suo posto, darebbe maggiori garanzie. O avrebbe maggior desiderio di sgomitare alla ricerca di un posto al sole. Inutile stare a girarci intorno, c’è anche chi non sta rendendo non solo secondo il suo valore ma, ahimè, molto al di sotto. Per enne motivi che non conosco pertanto non racconto per il gusto di innescare polemiche inesistenti. Tuttavia così è, basta vedere le partite senza inventarsi nulla di straordinario.
A proposito di partite: stasera ci troveremo di fronte la Lazio. Squadra strana quella biancazzurra, capace di vestire l’abito della festa quando meno te lo aspetti e arenarsi miseramente di fronte a scogli sulla carta facilmente superabili. A Roma, qualche mese fa, non andò benissimo: o, meglio, andò benissimo per larga parta dei novanta minuti. L’Inter giocò bene, a tratti addirittura troppo bene. Poi, improvvisamente, si spense la luce e la squadra uscì completamente dai binari. Ecco, c’è da “vendicare” sportivamente quella sconfitta. Senza Calha, grazie al caos totale di questi giorni gestito dalla Lega come peggio non avrebbe potuto e a una giustizia sportiva ancora infarcita di troppi grigi nel suo regolamento. Poco importa: rispettiamo qualsiasi avversario ma il tricolore sul petto lo portiamo noi. Senza mai dimenticarlo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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