Segnale al campionato: l'Inter è tornata in piena corsa. Ora c'è un ottavo da conquistare

Segnale al campionato: l'Inter è tornata in piena corsa. Ora c'è un ottavo da conquistareTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 24 novembre 2021, 08:50Editoriale
di Filippo Tramontana

Inter-Napoli era un bivio, e la squadra di Simone Inzaghi ha preso la strada giusta. Quella che l'ha portata a meno quattro dalla coppia capolista là dove, al contrario, il pericolo era quello di precipitare a meno dieci in caso di successo azzurro.

Il rischio corso nel derby di precipitare a -10 dalla vetta in caso di sconfitta si è ripresentato al calcio d’inizio della partita contro l’altra capoclassifica. Il segnale dato al campionato però è stato chiaro: l'Inter c'è eccome ed è tornata in piena corsa. Non solo, perché la vittoria di San Siro ha mostrato per buona parte della gara una squadra solida, intensa e di carattere, che ha saputo reagire allo svantaggio iniziale ribaltando inerzia e risultato, e costringendo la squadra di Spalletti a subire l'iniziativa, ben testimoniata dalle 17 conclusioni nerazzurre verso la porta di Ospina, che ha subito 3 reti in una sola partita dopo averne incassate soltanto 4 nelle precedenti 12.

L'Inter, inoltre, ha posto fine alla striscia di imbattibilità del Napoli che durava dallo scorso 7 aprile (sconfitta 2-1 a Torino contro la Juventus).

Tante le buone indicazioni ricevute da Inzaghi durante il match. La squadra scesa in campo dal primo minuto ha convinto con (quasi) tutti i suoi effettivi (Handanovic rivedibile secondo me). Dopo il rigore trasformato contro il Milan, Calhanoglu si è ripetuto, diventando ufficialmente il primo tiratore dal dischetto dell'Inter: il turco ha segnato tutti e quattro i rigori calciati in Serie A e con l'assist da calcio d'angolo per la rete di Perisic (il suo corner è il terzo dal quale scaturisce un gol, dopo quelli di Skriniar contro il Genoa e Dzeko contro la Fiorentina) è arrivato a quota 10 gare da quando gioca in Italia ad aver segnato e servito un compagno nella stessa gara.

Proprio Perisic si merita parole sperticate d’elogio. Io sono uno che negli anni non ha risparmiato critiche al laterale croato, (tanto da meritare addirittura di essere bloccato sui social dal giocatore…) ma quello che Perisic sta facendo dall’inizio dell’anno scorso non può non essere elogiato. L’ex Bayern Monaco sembra avere una marcia in più, ara la fascia come non faceva nemmeno a 25 anni e la sua presenza fisica e di personalità si sente sia in fase difensiva che in quella offensiva. Insomma un giocatore decisivo che all’alba dei 33 anni potrebbe essere all’ultima stagione in nerazzurro dato il contratto in scadenza a giungo.

L'altra nota lieta della serata è stata il ritorno al gol di Lautaro Martinez, che non segnava dal 2 ottobre contro il Sassuolo. Per l'argentino è stata una liberazione, festeggiata sotto la Curva Nord e accompagnata da un eloquente gesto di scuse rivolto al pubblico per il rigore fallito nel derby. Il suo gol è anche merito di Correa che gestisce in solitudine la ripartenza nerazzurra con classe, freddezza e intelligenza. Il neoacquisto argentino, pur con qualche pausa, si sta ritagliando uno spazio sempre più importante nella rosa di Inzaghi, per ora i suoi gol e i suoi assist sono stati decisivi per ottenere la bellezza di 9 punti.

Oltre a loro però non sarebbe giusto dimenticare un tipo come Ranocchia. Gioca poco Andrea ma dalla “cura Conte” quando entra in campo non fa rimpiangere l’assenza di un monumento come De Vrij. Osimhen (in bocca al lupo per il recupero) non ha visto palla fino al contrasto con Skriniar, Andrea lo ha “annullato” dando tranquillità a tutta la squadra. Bravissimi anche Darmian che caro Mancio merita la nazionale, Barella, Brozo oltre ai soliti Skriniar e Bastoni.

I cambi purtroppo questa volta hanno ingolfato una macchina che stava viaggiando a meraviglia. Sarà qualcosa su cui si dovrà lavorare ma farlo dopo una vittoria così pesante risulterà molto più semplice. Come capitato contro il Milan, a un certo punto l’Inter ha finito la benzina. Per tanti infatti è stata una conseguenza delle scelte di Inzaghi nel momento in cui ha tolto prima Calhanoglu, poi Barella e Lautaro, infine Perisic. Chi è entrato (Vidal, Gagliardini, Dimarco e Satriano) non ha fatto la differenza, anzi, la squadra si è abbassata ed è stata pericolosamente in balia del Napoli nei minuti finali, quando, con Mario Rui e Mertens, i partenopei hanno sfiorato il gol del pari che avrebbe rappresentato l’ennesima beffa.

Ora si volta pagina, il fiato lo sappiamo non si può tirare mai. C’è un ottavo di Champions da guadagnarsi contro quello Shakhtar che con noi chiude sempre la serratura, il nostro compito sarà quello di trovare finalmente la chiave giusta.