Saremo protagonisti fino all'ultimo: ecco perché
Approfitto della sosta dovuta alle solite, dannose partite di settembre degli azzurri – non sarebbe meglio dedicare un mese alle Nazionali e giocare i vari campionati senza inutili stop, comodi soltanto per qualche infortunio di troppo, per perdere il bandolo della matassa, per costringere i calciatori a trasvolate oceaniche che tanto chissenefrega dei club, pensino a pagare gli ingaggi quelli – per chiacchierare un pizzico e raccontarvi il motivo per il quale oggi, 5 settembre 2021, non so se vinceremo lo scudetto numero venti ma, senza dubbio, saremo protagonisti fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata – qui potete pure salvare e rinfacciarmelo per il resto della vita-.
La Champions no, non oso tanto anche perchè, diciamocela tutta, ci sono perlomeno cinque/sei squadre più forti di noi, almeno sulla carta. Pole per il City di Guardiola, ormai si conoscono a memoria e prima o poi, è la legge dei grandi numeri, dovrà vincerla. Affiancati quelli di Parigi, tante fantastiche figu, fortissime viste sull’album, capiremo col tempo se tanta potenza di fuoco si tradurrà in vittorie prestigiose o, tanto per cambiare, in capitomboli a pochi metri dal traguardo. Il Bayern Monaco, come fai a non dire Bayern, il Liverpool se Klopp saprà rianimare una squadra brutta copia di sè stessa oltre ai campioni d’Europa in carica, personalmente non mi esaltano ma essendo loro i campioni rientrano nel novero, più il Real. Quindi no, non mi faccio illusioni.
In Italia, però, non abbiamo invincibili armate sulla falsariga della Premier o delle altre tre che ho appena elencato. L’Inter ha, mia opinione, la miglior difesa del campionato per distacco e, perché no, una delle migliori del continente. Esiste l’incognita Dumfries, il ragazzo in patria e con la Nazionale ha fatto più che bene ma potrebbe, potrebbe, soffrire il nostro modello di calcio, lontano dal suo. Però il pacchetto dei tre centrali, ragazzi miei, ma cosa gli volete dire a quei tre lì? Niente. A sinistra poi, Perisic a parte che quando ha voglia e sta bene è un iradiddio, c’è Dimarco, aspirante alla titolarità del ruolo, gran piede, gran corsa, grande interista. E i cambi, la panchina, sono di livello. Alto per me. Gente tosta, professionisti veri, esperti, rotti a tutte le esperienze pallonare.
In mezzo, aspettando Christian (sempre forza ragazzo), Brozo accanto a Barella è indice di continuità e garanzia: Calha vorrà dimostrare quanto i cugini si siano sbagliati nel lasciarlo andare come un pacchetto postale qualsiasi, Sensi è nuovamente disponibile e se sta bene, se, diventa un’arma imprevedibile per gli avversari. Vecino è sulla via del recupero, ha fisico e centimetri, piace a Inzaghi e pure a me, già che ci sono. Gagliardini lo conosciamo da anni: potrà pure far arrabbiare, sportivamente, qualche tifoso, ma è uno che ci mette l’anima, tanto basta. Poi ci hanno restituito Vidal: che se è quello delle prime due partite, lo so sono poche ma su che altro potrò mai basarmi, è tantissima roba, ma tantissima.
Davanti Dzeko-Lautaro-Correa più Sanchez rimesso a nuovo e Satriano pronto a sgomitare pur di ritagliarsi qualche piccolo spazio offrono ampie garanzie. Perlomeno loro sono all’Inter e la testa ce l’hanno, sì, ma al nerazzurro.
LORO.
Alla prossima.
Ciao Giacinto!!!
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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