Perchè Inzaghi e Lukaku meritano di più
L’Inter si concede il lusso di restare imprevedibile, aumentando ulteriormente quella reputazione di squadra folle o gettando le basi per essere una macchina da guerra dal potenziale ancora inesplorato.
La vittoria sul Napoli porta con sé diverse considerazioni:
La prima viene da Simone Inzaghi, il quale per tutto il 2022 ha quasi sistematicamente sbagliato le sfide più importanti con una condotta di gara incongrua e prendendo l’imbarcata in partite decisamente alla portata. Aveva sbagliato i cambi in Inter-Milan del 5 febbraio, compromettendo derby e Campionato, aveva sbagliato l’approccio in Bologna-Inter e scelto una tattica troppo prudente con la Lazio nella sfida dell’Olimpico ad agosto, oltre ad aver fallito nella preparazione del derby che avrebbe dovuto segnare un riscatto. Aveva rinunciato in partenza col Bayern a San Siro e toppato a Udine. Gli errori non erano solo suoi ma le scelte e il tipo di orientamento erano stati fortemente penalizzanti.
Inzaghi aveva poi raddrizzato la situazione facendo tesoro delle brutte esperienze, dopo l’immeritata sconfitta interna con la Roma, aveva preparato una grande partita col Barcellona, azzeccando tutto e superandosi al ritorno. Forse per questo aveva stupito negativamente l’incredibile passo indietro a Torino, con una partita semplicemente indecente contro la Juventus. Una gara inaccettabile.
Inzaghi ha riparato a Bergamo e, pur non risolvendo il problema della difesa, ha espugnato il campo di un’Atalanta che in quel momento era in grande forma.
Con il Napoli ha fatto la cosa giusta: ha arretrato di venti metri la manovra, delegando agli avversari il palleggio, costringendoli a infrangersi sul muro diretto da Acerbi e ben schermato da Barella e Calhanoglu. Con un attacco ancora non al massimo ma finalmente al completo, il tecnico ha potuto finalmente gestire la partita con più armi.
Oggi ha la possibilità di restare con il piede sull’acceleratore, sa di avere davanti ancora tre squadre ed esaurito ogni bonus nella prima parte della stagione. Le sfide col Milan sono il secondo banco di prova per certificare la sua effettiva crescita.
Dzeko ha giocato con straordinaria intelligenza e si è giovato di un partner d’attacco che gli ha permesso di trovare spazi raramente avuti in passato. Barella è cresciuto alla distanza e dopo un primo tempo in cui aveva collezionato cose strepitose ad errori marchiani, nella ripresa ha giganteggiato. Mkhitaryan ha fatto una partita in cui il tasso di classe era commisurato al livello di interpretazione che l’armeno ha messo magistralmente in scena.
Menzione d’onore per Acerbi e per come ha diretto la difesa, in una sfida che l’Inter ha dato la sensazione di aver reso più semplice di quanto non sia effettivamente stato.
Le ultime due considerazioni vanno a Skriniar e Lukaku.
Lo slovacco non ha rinnovato e non sappiamo se firmerà ma è sceso in campo con la fascia di capitano e poteva anche ritenere che non fosse il caso, sapendo che l’intenzione è quella di lasciare l’Inter.
Al contrario ha dato un segnale apparentemente forte e ha giocato da leader. Se dovesse andare via resterebbe ancora un fatto sorprendente.
Chiudo con Lukaku perché ho riscontrato una palese sottovalutazione della sua prestazione. Ha preso una sufficienza, risultando un po' ovunque tra i meno convincenti e portando a casa dei ragionamenti che lo attestano al di sotto del Lukaku del passato. Dando per scontato che il giocatore va preservato e il suo minutaggio gestito, con il belga in campo, fin dai primi minuti è arrivato un lancio dalla difesa che ha l’attaccante ha trasformato in assist per Dzeko, poco dopo un suo appoggio ha trovato ancora il bosniaco solo in area e per tutto il primo tempo è risultato essere l’approdo più sicuro in caso di difesa in affanno.
Si è sbattuto, ha lottato e ha garantito spazi per Dzeko dialogando con tutti e dando istruzioni in campo.
Con la sua presenza l’attacco ha un’altra profondità e la squadra ha la possibilità di gestire meglio le fasi della partita.
In ultimo va ricordato a tutti che il Lukaku dei due anni di Conte veniva accusato di nascondersi nelle grandi partite, mentre incideva e tanto nelle altre. Quella di mercoledì sera era una grande sfida e il belga ha dimostrato di essere più che presente. Meritava molto più di un 6, anche considerando le sue condizioni. A Monza dovrebbe partite titolare Lautaro ma ora l’Inter ha tutto quello che serve.
Amala
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati