Ora si fa sul serio
Da sabato si fa sul serio. Molto più di prima. Fino ad oggi Inzaghi ha lavorato con il conforto dei buoni risultati, appoggiato da una tifoseria che confida sulla sua capacità, riconoscendogli un gioco interessante e una buona gestione della rosa. Al tecnico non vengono risparmiate le critiche per gli squilibri del gioco ma non ci sono particolari eccessi, anche per quello che è accaduto questa estate e la fiducia che qualunque nuovo tecnico merita quando arriva in una nuova piazza. L’Inter però è campione d’Italia, non c’è la sensazione di essere in un torneo con squadre molto meglio attrezzate e la possibilità di raggiungere la seconda stella c’è tutta.
Sabato la Lazio è quasi il peggio che si possa trovare. Sarri deve riallineare la squadra dopo la sconfitta anomala col Bologna, ha recuperato Immobile e sarà al completo. L’Inter no. Inzaghi dovrà verificare le condizioni di Lautaro, quelle di Sensi e capire se fare un nuovo investimento su Calhanoglu, sapendo che come mezzala non ha funzionato al Bayer Leverkusen, non è accaduto al Milan e ovviamente in quel ruolo non può funzionare nemmeno all’Inter. Perciò vedremo se Inzaghi gli ricaverà un altro ruolo o insisterà, con i rischi di vedere gli squilibri vistosi delle ultime partite.
Tra le ambizioni, nemmeno troppo pretenziose, ci sarebbe quello di passare il turno nel girone di Champions League.
Quello che sembrava un passaggio agli ottavi alla portata, si sta rivelando molto più complicato del previsto. Dopo la Lazio infatti arriva lo Sheriff, al quale non viene data sufficiente importanza.
C’è questo insopportabile snobismo, come se un nome esotico dal curriculum sportivo non esaltante dovesse restare così “vita natural durante”. Lo Sheriff è una squadra che al contrario palleggia bene, ha giocatori fisici ed è veloce nelle ripartenze. Ha eliminato la Dinamo Zagabria, battuto nettamente lo Shakhtar (al quale non riusciamo mai a fare gol) e addirittura sconfitto il Real al Bernabeu. Hanno ambizioni tanto grandi da non nascondere la velleità di voler vincere un giorno la Champions. L’Inter deve vincere sia all’andata che al ritorno per poter sperare di passare il turno contro questa squadra senza coordinate.
Lo Sheriff di Tiraspol è un nome su una mappa che non corrisponde ad alcun governo riconosciuto, tra Ucraina e Moldavia, il Paese da cui si è dichiarata indipendente all’inizio degli anni Novanta, quando è crollata l’Unione Sovietica e loro sono rimasti in mezzo. Sheriff è una holding che si occupa di ogni cosa somigli ad un affare, esistono dal 1997 ed è stata fondata da due ex spie del Kgb. Hanno vinto 19 titoli senza rivali dove le partite non hanno storia, ancora prima che inizino. In una terra senza regole queste vengono arrangiate per favorire l’unica squadra reale del Paese, perciò se prima ci dovevano essere sei giocatori del vivaio in squadra, ora liberi tutti. Così loro comprano ovunque ma prima di acquistare fenomeni riconosciuti aspettano di farsi un nome in campo europeo, cosa che stanno già facendo, dopo tre comparsate in Europa League, l’ultima nel 2014.
La Transnistria, Paese non riconosciuto sta trovando il modo di affermarsi attraverso il sistema più efficace: il calcio, grazie alla squadra “testimonial”.
In fondo alla settimana arriva poi la Juventus, della quale si è cantata messa troppo presto ed è già pronta a risalire la classifica. A Milano giocano sempre come invasati e interpretano le partite con un furore che sarebbe opportuno vedere anche nella squadra di Inzaghi, la quale quest’anno non dispiace affatto ma nel complesso ha mostrato di giocare un tempo in un modo e uno in un altro. Dopo questa settimana, con due scontri diretti e uno già decisivo in Champions, i giudizi verso l’Inter saranno più netti e per questo Inzaghi entra in una delle settimane più delicate della sua giovane carriera.
Chiusura sulla questione stadio.
La nuova assessora all’Ambiente del Comune di Milano Grandi, ha dichiarato. “Milano non ha bisogno di un nuovo stadio e non siamo i soli in maggioranza a pensarla così”
Forse l’argomento viene concepito in modo tanto minimalista da ritenere che la motivazione legata all’opportunità o meno di costruire un nuovo impianto dipenda unicamente da un’angolazione Le valutazioni dell’assessora sono accettabili ma si scontrano con i veri motivi per cui si vuole costruire un nuovo impianto. Perciò Inter e Milan dovrebbero restare a San Siro pagando in eterno un affitto? Le uniche due realtà al mondo senza uno stadio di proprietà. E’ questa la non soluzione? Legittimo opporsi all’idea di abbandonarlo ma non ci sono proposte su come affrontare la questione dello stadio di proprietà e come fare un San Siro più moderno. Opporsi è legittimo, molto meno far capire che si può andare avanti così, ignorando l’enorme problema economico e sportivo delle due squadre di Milano che senza uno stadio di proprietà rischiano un futuro estremamente ridimensionato.
Amala
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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