Niente testa alla Champions, le scuse non servono a niente. Bisogna tornare a vincere

Niente testa alla Champions, le scuse non servono a niente. Bisogna tornare a vincereTUTTOmercatoWEB.com
venerdì 15 marzo 2024, 21:55Editoriale
di Filippo Tramontana

Sono deluso, inutile negarlo. Sono deluso perché pensavo fosse possibile passare il turno, sono deluso perché l'impresa la dovevano fare loro e non noi. Sono deluso perché dovevamo difendere un vantaggio ottenuto all'andata rinforzato dal gol di Dimarco al ritorno. Sono deluso perché si poteva andare avanti, perché avevamo autostima e gioco, perché i risultati ci avevano fatto pensare di poter arrivare fino in fondo. Sia chiaro, vincere la Champions League era un sogno non certo un obiettivo primario.

L'obiettivo iniziale e prioritario era e rimane vincere lo scudetto, la famosa seconda stella. Il fatto che il campionato sia il primo pensiero dichiarato già dal primo giorno di ritiro non rende l'eliminazione di mercoledì sera meno amara. E' ovvio che in una stagione dove la squadra ha collezionato vittorie e numeri da record poteva anche succedere di perdere una partita prima o poi, purtroppo è capitato nel match più delicato che valeva un dentro/fuori internazionale.

L'Inter in otto mesi di stagione ha perso solo 3 partite, una per competizione, contro il Sassuolo in campionato, con il Bologna in Coppa Italia e, infine, contro l'Atletico in Champions l'altra sera. Sono solo 3 partite su 39 giocate ma 2 di queste ci hanno estromesso da due competizioni. Poteva essere gestita meglio da tutti la partita del Metropolitano, anche da noi tifosi ormai convinti di essere "quasi" imbattibili e non pronti a una sconfitta che, alla fine, ci può stare. Ragazzi dai giocavamo contro l'Atletico Madrid non contro nessuno, ci può stare di cadere.

La cosa strana, considerata la stagione dell'Inter fino ad oggi, è il modo in cui si è caduti. Siamo andati in crisi dopo una vittoria ottenuta all'andata e dopo essere andati in vantaggio a Madrid. Cosa è successo dopo? Perché questo blackout improvviso? A un certo punto della partita sembrava che i ragazzi fossero stanchi e spaventati, pareva avessero paura di perdere quando pensavano di essere invincibili. Se per 8 mesi non perdi mai ( per fortuna) penso sia normale smarrire la confidenza con le grandi difficoltà che un risultato negativo porta. Forse l'Inter era abituata ad avere sempre tutto sotto controllo e, nel momento in cui questa sensazione è venuta a mancare, la gestione delle emozioni è diventata più difficile.

L'Atletico alla fine ha meritato di passare, ha avuto più coraggio e meno timore di provarci. Dal canto nostro possiamo rammaricarci per aver sprecato troppo all'andata e il necessario al ritorno. Ormai è andata, soffriamo per un po' e smaltiamo la delusione mentre gli avversari, giustamente, si sfogano sulle nostre ferite e mettono il dito dentro di esse. E' normale, al posto loro faremmo lo stesso. Ora dobbiamo incassare e dobbiamo farlo bene e con pazienza. Domenica sera arriva il Napoli e non è permesso piangerci addosso. Non è permesso tornare con la mente alla Champions perché tanto la coppa non c'è più mentre il campionato va ancora vinto. Il Napoli avrà voglia di rivalsa esattamente come noi anche se l'Inter arriverà molto più stanca dopo i 120 minuti di Madrid e il giorno in meno di riposo. Ma le scuse ora non servono, è necessario tornare a vincere con quella convinzione a cui la squadra ci ha abituato e che per una notte ,purtroppo, è venuta meno.