L'Inter operaia e vincente (con pieno merito, puntualizziamo)
Forse, stavolta, il martedì europeo ha dato la sveglia definitiva all’intero ambiente nerazzurro. Su un campo complicato quanto mai, contro una squadra che quando ci vede sembra decuplicare le forze e con la quale abbiamo un saldo assai negativo, negli ultimi anni è la società indigena che ci ha portato via più punti dopo la Juventus, l’Inter vince. Reggio Emilia era tappa fondamentale per il prosieguo del nostro campionato: una eventuale sconfitta, così come il pareggio che ormai conta poco perché niente pare brutto da scrivere, ci avrebbe potuto allontanare pesantemente dalle prime posizioni della classifica, da quella zona Champions tanto anelata anche se io, visionario quanto mai, penso sempre ad un possibile reinserimento lassù, lottando e correndo per quel triangolino tricolore di cui fai bella mostra sul petto la stagione successiva bullandoti di brutto, io l’ho cucito e tu no.
Simone Inzaghi decide, ho scritto decide di proposito, che Onana debba fare il suo esordio da titolare nel campionato italiano: lo decide e lo sceglie perché non avrebbe avuto senso rimandarlo, dopo la sfida col Barca. Intendiamoci, continuo a sostenere Samir, ci ha parato le chiappe spesso e volentieri in questo decennio portando punti utili alla causa quando, davanti a lui, c’era davvero poco. Adesso il tempo del portierone sloveno è finito, il nuovo estremo difensore titolare dell’Inter deve essere Onana: con Handanovic non solo suo primo tifoso - a tal proposito è doveroso sottolineare il discorso di Samir ai compagni nel pre partita, incoraggiamento annesso verso il suo collega e primo competitor in assoluto – ma, soprattutto, deve, sottolineo deve, accompagnare il giovanotto camerunese nel suo percorso di adattamento a un calcio diverso dal resto d’Europa, soprattutto dal punto di vista della polemica sterile e spesso ricercata come il famoso ago nell’altrettanto famoso pagliaio. Oltre a farsi trovare pronto per qualsiasi circostanza, la stagione è ancora lunghissima, occasioni ce ne saranno senza ombra di dubbio.
L’Inter parte piano piano nella città del tricolore, rischia già da subito di andare sotto, piedone di Onana a farla da padrone, dopodiché si sveglia collezionando una lunga serie di palle gol incredibilmente non sfruttate: questa cosa, questa difficoltà palese nel trovare la porta avversaria, diciamo nel bucarla perché per trovarla la si trova spesso e pure volentieri, è un problema non da poco. La passata stagione ci sono costate carissime le defaillances, numerose, sotto la porta delle avversarie di turno: quest’anno stiamo cercando di aggiustare la mira, con esiti non sempre esaltanti. L’Inter finisce il primo tempo sopra di uno quando, a ben vedere, due si sarebbe potuto fare, accidenti alla mira scarsa e alla freddezza da comprare un tot al chilo. Segna Edin e tutti negli spogliatoi. Inzaghi cambia un Asllani stranamente confusionario e nervoso in maniera corretta, io lo avrei fatto anche senza il cartellino giallo sul groppone, inserendo Enrico: che forse ha qualche colpa sul pareggio emiliano, l’uomo lo doveva seguire lui o no? Però ha il grande merito di prendere la squadra per mano cambiando l’inerzia della partita. Perché Enrico, al netto delle solite critiche di chi lo ha visto giocare qualche volta, magari un paio negli highlights, insegna calcio quando sta bene, giusto per chiarire. Ancora Edin, ancora gol e gestione serena del finale, col Sassuolo a cercare un pertugio impossibile da trovare. Tre punti pesantissimi, tre punti meritati, tre punti sui quali non dovrebbe vertere la benché minima discussione. Non è stata l’Inter spettacolare di un anno fa, ricordate? È una squadra diversa, alla ricerca di condizione e convinzione. Vero, potremo non essere belli, potremo non essere splendidi, potremo non far consumare fiumi di inchiostro per decantare le gesta dei nostri eroi. Ma stiamo crescendo, finalmente abbiamo sostituito il bastone da passeggio col pomello d’argento con la clava di Fred Flinstones: a volte serve la sostanza, per l’apparenza ripassare.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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