L'avversario era poca roba? No, l'Inter ha giocato bene. Finalmente ho visto Vidal
Non cominciamo con la storiella del però gli altri erano poca roba, troppo brutti per essere veri, che squadraccia e via sul genere di amenità. Francamente mi hanno rotto queste semplificazioni. L’Inter ha vinto perché ha giocato bene, perché ha dominato in lungo e in largo, perché nonostante i ridimensionamenti vari continua a rimanere, personalissima opinione che ripeto tipo mantra, la più accreditata al successo finale insieme alla Juventus, con un gradino sotto Napoli e Atalanta. La squadra ha tenuto il campo con disarmante facilità, come se i calciatori facenti parte del gruppone scudetto andassero col pilota automatico. I nerazzurri non sono la continuazione del calcio che è stato quello del tecnico di Lecce, perché gli interpreti sono diversi. Non abbiamo più l’uomo da lanciare nello spazio col quale le difese avversarie dovevano fare a sportellate. Abbiamo un trentacinquenne dal tocco di palla vellutato, dall’intelligenza calcistica superiore, dalla capacità di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto. Dzeko, come chi lo ha preceduto, è in grado di fare reparto da solo, permettendo ai compagni la risalita, oltre a distribuire palloni da puro trequartista con una sagacia degna di pochissimi.
Non credo ammireremo, in questa stagione, un’Inter fisica e potente: piuttosto una formazione in grado di far girare la palla a velocità sostenuta cercando l’infilata improvvisa, un palleggio prolungato per destabilizzare l’avversario di turno e poi colpire. Perché la coppia titolare là davanti, ricordiamolo, è composta da Edin e dal Toro, hai detto poco. Inoltre, ma questo argomento lo stiamo trattando da tempo e non racconto nulla che già non sapete, continua a essere aperta la caccia all’attaccante. Il preferito, senza stare a far troppi giri di niente, è Correa, stimato e conosciuto da Simone Inzaghi. Marotta e Ausilio, c’è da scommettere, faranno di tutto per portare El Tucu all’ombra della Madonnina, sponda nerazzurra. Il ragazzo è forte fisicamente, può svariare per tutto il fronte d’attacco, insieme a Lautaro creerebbe non pochi problemi alle difese avversarie, oltre ad avere la possibilità di giocare alle spalle di Dzeko e di Lautaro stesso. Insomma, un Signor giocatore, con la esse maiuscola. Vedremo cosa ci racconterà il tempo.
Intendiamoci, non sono tutte rose e fiori, siamo una squadra fortissimi, imbattibili, marziani: quelli sono altri. Noi ci limitiamo a giocare a calcio, bene a giudicare da ieri tardo pomeriggio, stando attenti a non scoprirci troppo: perché non sempre troveremo il Kallon di turno che sbaglia due gol elementari attanagliato dall’emozione di segnare in uno degli stadi più importanti e affascinanti del mondo. La difesa va rivista leggermente, anche se è davvero complicato riuscire a trovare imperfezioni nell’impianto di gioco ammirato al Meazza. I ragazzi hanno capito immediatamente cosa cerca e cosa vuole Simone Inzaghi, bravo a gestire l’esordio e la pressione conseguente, sembrava facile ma non lo era, fornendo al tecnico piacentino le migliori indicazioni possibili.
Poi permettetemi una brevissima divagazione, per chiudere: ho visto Vidal. No, giurin giuretta, finalmente ho visto Vidal, quello che vorrei vedere sempre. In forma, tirato a lucido, con la grinta necessaria per giocarsi un posto da titolare o diventare la miglior soluzione in caso di difficoltà.
Insomma, ieri l’esordio è stato positivo, sembravamo quasi i campioni d’Italia. Ah, ma lo siamo? No, che sai, leggendo a destra e a sinistra in questi periodi…
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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