Inzaghi ha dato due ceffoni al Milan e ai suoi detrattori. È nella storia e merita la riconferma
In serate come queste Simone Inzaghi dovrebbe fare oggettivamente una cosa: entrare in conferenza stampa e ridere in faccia a tutti. Anzi no, meglio il silenzio. Gli errori ci sono stati, forse il tecnico nerazzurro non ha avuto lucidità nei momenti complicati. Poi però si è ripreso tutto nelle notti europee, in quelle gare in cui non sbaglia praticamente nulla: non si inventa cose nuove, sceglie sempre con intelligenza calcistica senza andare oltre, senza farsi prendere dai momenti negativi. E dalla pancia.
È mancato il filo conduttore in un determinato momento della stagione, non è riuscito ad imporsi quando c'era da compattare un gruppo che si stava sfaldando. Se si analizza però soltanto il campo, il rettangolo verde, Simone Inzaghi ha pochissimi rivali. La sua Inter gioca a calcio, trova spazi, si infila in situazioni in cui altre squadre rischiano di prendere gol. Gioca coi centrali altissimi, che si presentano più volte davanti a Maignan. In un San Siro a tinte rossonere, in un derby di coppa, in una semifinale di andata di Champions League.
E sacrifica forse l'attaccante più in condizione (Lukaku) per far spazio a un 37enne che va centellinato. Tocca poco e niente, va sulla memoria senza intaccare i propri principi di gioco. Ma allo stesso tempo cambia le pedine quando il Milan alza il ritmo. Il risultato è davanti agli occhi di tutti, Inzaghi si inventa un altro derby da coppa rifilando due ceffoni al Milan. E a chi lo ha sempre criticato.
Il rapporto sarà pure logoro, sarà pure arrivato alla frutta: davanti a serate simili però le incomprensioni dovrebbero essere messe da parte perché l'allenatore ha fatto il massimo con chi gli è stato dato, con una società che fondamentalmente non sa quale sarà il proprio futuro e che è legata a doppia mandata col quarto posto.
In più ora come ora non si può scegliere un altro tecnico (con quali risorse?) basandosi sulle speranze o sui risultati. Simone Inzaghi si è meritato la riconferma già questa sera, anzi se l'era meritata già qualche tempo fa. Questa sera si è soltanto riconfermato tra i top: gli manca un trofeo pesante, ma un derby simile vale un bel po'. Deve ancora crescere, così come molti giocatori, ma a livello internazionale ha dimostrato di saperci fare. Meriti e demeriti hanno una base oggettiva, poi si può discutere su tutto il resto. Ma contestare pure i numeri...No, grazie.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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