Il vero grande problema a cui l’Inter non ha posto rimedio

Scrivo questo articolo con un alto tasso di disagio per lo stato in cui si trova l’Inter, battuta dai suoi limiti, travolta da un malumore trasformato in ira e la frustrazione per aver perso, come ampiamente previsto, per l’ennesima volta a Torino.
Prima che qualcuno se la prenda, quell' "ampiamente previsto” riguarda una tradizione illogica che vede l’Inter tornare a Milano senza punti, con decine di canovacci diversi ma che la vedono quasi sempre battuta e non perché la Juventus sia imbattibile.
A differenza delle precedenti occasioni, la squadra ha giocato con molta più energia e convinzione ma un miscuglio di episodi, la colpevole gestione della gara e una decisione arbitrale controversa, e hanno chiuso la partita con un finale orrendo.
Il fatto è che vedremo altre partite pirotecniche dell’Inter per tutta la stagione, esattamente come la precedente. E’ possibile che Chivu provi qualche accorgimento tattico e la squadra stia più attenta ma il problema non verrà risolto, semplicemente perché con il materiale umano a disposizione non c’è soluzione a questo tipo di problema.
Per intenderci, già dall’inizio della scorsa stagione la squadra ha preso imbarcate simili, su tutte quell’Inter-Juve 4-4, preceduto da un derby surreale, giustificato in parte dallo sforzo profuso in casa del City. Inzaghi sembrava aver sistemato la squadra tatticamente ma da gennaio la squadra era tornata ad avere pericolosi svarioni, rivelatisi fatali soprattutto nel finale di stagione.
Prendere tre gol del Barcellona all’andata e tre al ritorno sembrava normale, considerando il tenore di due partite entusiasmanti e un esito meraviglioso. I cinque gol presi dal PSG erano parsi il frutto di uno stato confusionale, senza alcun riferimento tattico. Erano però delle spie accese.
Ora, con Chivu, il tema delle rimonte, delle gare pirotecniche e l’assenza di equilibrio si è riproposto con tre partite che sono una perfetta sintesi della precedente.
Il fatto è che la società non ha pensato fosse così indispensabile un interditore, un giocatore fisico che avesse una struttura simile ad Anguissa, Fofana o Kone. O meglio. Hanno pensato a Kone ma, dopo averlo perso, si è preso un Diouf dalle caratteristiche molto diverse.
L’Inter non ha in rosa nessun incontrista strutturato, a meno che non si voglia considerare tali Barella, Mkhitaryan, Chalanoglu, Sucic, Frattesi e Zielinski. Ci sono facitori di gioco, che sanno interrompere anche l’azione ma senza avere la predisposizione fisica.
Perciò quando la squadra attacca è spesso pericolosa, ha grandi risorse e già ora il miglior attacco della serie A, ma ha anche un sistema difensivo (non la difesa) inquietante.
Quando qualunque squadra passa la metacampo nerazzurra tutti sanno che potrebbe accadere qualunque cosa. Berardi e i suoi compagni del Sassuolo, che verranno a Milano domenica sera si stanno già fregando le mani, se queste sono le premesse e visto il passato. Non c’è copertura della difesa e per questo vediamo avventurieri che partono palla al piede e gettano nel panico la difesa interista, incredula che qualcuno arrivi a tanto. Succede sistematicamente da tre anni ma prima la freschezza fisica aiutava. Ora ci sono giocatori chilometrati e ancora titolari.
Lo sanno soprattutto gli avversari che ora sanno di poter restare in partita anche se vanno sotto di uno o due gol, perché la squadra con questa struttura concede matematicamente qualcosa.
Si aggiunge che Sommer ora non ha più l’esplosività di un tempo, ha un anno in più, Martinez non è stato considerato l’erede, nonostante l’investimento, e questo incoraggia gli avversari a tirare da ogni posizione.
Per questo vedremo altre partite da cuori forti ma con risultati che saranno alterni e folli.
Sull’episodio arbitrale la gamba di Khephren Thuram tocca quella di Bonny, il quale non aveva alcuna ragione di cadere. Non era un calcione, ma in corsa è evidente che un tocco (che il Var non può quantificare) fa perdere l’equilibrio.
L’arbitro stava per fischiare ma ha lasciato correre per permettere lo sviluppo dell’azione e al Var di valutare. Cosa avvenuta, ma lui era posizionato meglio e alla fine non è stato nemmeno consultato.
Nessuno dell’Inter ha protestato (di questo i tifosi si lamentano parecchio) e, in generale le varie moviole hanno dato ragione alla decisione. Resto dell’idea che fosse fallo e il gol da annullare ma è inutile fare i Don Chisciotte, anche perché se un episodio è clamoroso, come alcuni accaduti in passato, l’area bianconera respinge sdegnata e replica che anzi il fallo è dell’interista, la stampa soffia sul fuoco un paio di giorni, gli arbitri fanno corpo unico e difendono l’arbitro di turno, si procede con la manfrina per avvelenare ulteriormente i già pessimi rapporti tra le due tifoserie e se ne viene fuori sempre che gli errori ci sono sempre e non si deve attaccare l’arbitro. Ipocrisia italica.
Con l’Ajax vedremo qualche novità ma è già una partita decisiva.

Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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