Il rinnovo di Lautaro può salvarci dal cinismo. Può diventare la bandiera che sembrava estinta

Il rinnovo di Lautaro può salvarci dal cinismo. Può diventare la bandiera che sembrava estintaTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 2 novembre 2023, 21:39Editoriale
di Lapo De Carlo

Sembra irreale pensare che tra la partita con la Roma e la trasferta di Bergamo intercorrano ben sei giorni. Una rarità nel calcio assediante che ci ha abituato a partite ogni tre giorni, con cinque cambi dall’era covid, mai più abbandonati per un pizzico di buon senso che si è infilato in mezzo a calendari ipertrofici e infortuni inevitabili. La sfida con i giallorossi è stata archiviata con grande entusiasmo, anche se un 3-0 sarebbe stato più veritiero e il gol rischiava di non arrivare più.

L’unica delusione è Mourinho, per il ricordo e l’immagine che ne abbiamo. Più che per il gioco asfittico, per la comunicazione perennemente risentita, vittimistica che aveva anche prima ma accompagnata da una maggiore acutezza, una formidabile ironia grazie alla quale incartava tutta la stampa e si faceva beffe dei “nemici”. Quando qualcuno come lui entra nella storia dell’Inter credo sia giusto sperare in una lucentezza perpetua. Possono perdere tutti ma lo stile o le caratteristiche che ti rendono diverso dagli altri andrebbero mantenute. E’ un uomo intelligente, colto ma probabilmente nessuno ha il coraggio di farglielo notare. In Italia si blandisce o si spernacchia, senza vie di mezzo.

Ogni tanto sento tifosi dell’Inter che se fai menzione di un giocatore del passato o un allenatore come lui, andati via in modo poco elegante, si risentono e affermano sprezzantemente: “Fa parte del passato, non mi interessa niente di lui, c’è solo l’Inter”. E’ un immagine cinica, protesa a seppellire ogni tarlo, ogni fessura, qualunque foro di qualunque dimensione si crei sulla superficie della passione. Forse anche perché i comportamenti più deludenti della storia sono arrivati soprattutto negli ultimi vent’anni e l’animo si è indurito. Alcuni sono stati perdonati, altri no ma il comportamento di questi uomini si è riverberato negativamente sul tipo di approccio dei tifosi, che oggi si limitano a certificare un’ovvietà: “il calcio non è più quello di una volta”.

Il fatto è che in questi vent’anni abbiamo visto comportamenti sgradevoli, tali da far arrivare forte e chiaro il concetto che alcuni uomini che indossano il nerazzurro, come nel wrestling recitano e speculano sui sentimenti di tifosi non necessariamente adulti. Ronaldo è scappato, inseguito dai tifosi fino all’aeroporto, Ibrahimovic, dopo essere andato via in modo pessimo, in seguito si è comportato come se non avesse mai vestito quella maglia.
Milito (poi perdonato dai tifosi), subito dopo la finale col Bayern rilasciò dichiarazioni inopportune, Mourinho se n’era andato su un’auto del Real Madrid, senza nemmeno tornare a Milano. Icardi ha alzato l’asticella del disonore con un atteggiamento incredibilmente lungo e poco sensato.

Più recentemente Skriniar ha mostrato attaccamento e un finto candore per anni, per poi rivelarsi un freddo, con un’ultima pessima stagione e andandosene con indifferenza. Lukaku ha poi portato il livello umano ancora più in basso, con una condotta che in questi mesi ci fa rivelato come il “gigante buono” fosse una facciata e il calcolatore, nemmeno troppo furbo, fosse la realtà.

Per questo se Lautaro firmasse il rinnovo, come ha garantito il suo agente, così come Dimarco, sarebbe un balsamo. Se davvero l’attaccante argentino restasse qui ancora a lungo diverrebbe automaticamente la bandiera che sembrava estinta.

E’ vero che alla fine resta solo l’Inter ma se si ama una squadra è anche perchè ci siamo legati e ricordiamo con orgoglio gente come Meazza, Nyers, Skoglund, Angelillo, Picchi, Mazzola, Corso, Facchetti, Altobelli, Beccalossi, Mattheus, Brehme Berti, Milito e tanti altri. L’Inter è fatta di storie, di uomini che caratterizzano le pareti, le fondamenta dell’appartenenza.

Se fossimo legati solo ai colori o alle vittorie la passione si inaridirebbe, infatti i bambini sui social seguono più i calciatori che le squadre. Se Lautaro e Dimarco resteranno in nerazzurro, come sembra, le arterie dell’Inter ne beneficeranno e i tifosi potranno abbandonare un po' di cinismo e tornare a quel tipo di legame più sano che avevamo quando il calcio era “un’altra cosa”.

Amala