Basta buttare via giovani talenti: l'Inter riparta da Pio Esposito, con coraggio. Insieme a Chivu

Basta buttare via giovani talenti: l'Inter riparta da Pio Esposito, con coraggio. Insieme a ChivuTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:00Editoriale
di Yvonne Alessandro

E dire che, al netto del dislivello tra Serie A e B, l'etichetta di bomber da 19 gol in cadetteria aveva un po' incuriosito tutti. Soprattutto chi non ha mai visto giocare Francesco Pio Esposito prima della partita con il River Plate. Ma ora, dopo una performance come quella contro i Millionarios e in un palcoscenico variabile ma comunque con un trofeo in palio come il Mondiale per Club, è sotto gli occhi di tutti: la materia prima l'Inter ce l'ha in casa e non ha bisogno di andarla a cercare altrove per rinforzare quel reparto offensivo che vede i soli Lautaro e Thuram come uniche certezze granitiche. 

Non è la prima volta d'altronde che il vivaio dell'Inter - se solo venisse considerato di più e sfruttato con coraggio - si dimostra una nidiata di talenti. Ricorderete sicuramente Bonucci e Balotelli come casi eclatanti, poi Pinamonti e Zaniolo, il recentissimo Filip Stankovic e poi la stirpe degli Esposito, da Sebastiano a Salvatore fino a Pio stesso.

Solo un monito: vediamo di non sprecarlo. Ora che c'è un centravanti italiano, classe 2005, con un futuro intero e luminoso davanti, la peggior cosa che si potrebbe fare sarebbe tirarsi indietro. E magari spedirlo in prestito e disperdere il momentum. Altrimenti resteremo a lamentarci in eterno e a guardare come i vari Yamal, Saka, Alexander-Arnold nascano solo all'estero. Cerchiamo di intervenire ora che c'è bisogno di un restyling del parco attaccanti, con Pio insieme a Bonny in arrivo - salvo inconvenienti da Stoccarda - a coprire le partenze di Arnautovic e un fantasma come Correa.

E soprattutto cominciamo a dare fiducia a Chivu, che lo conosce dalla Primavera e ci crede fortemente, subito intervenuto per tutelarlo di fronte all'hype generale dell'opinione pubblica nato post-River. E nel complesso i segnali mostrati in questi primi attimi passati sulla panchina nerazzurra, tra il ritorno di Valentin Carboni e i vari test per Sucic, che viene da una realtà distante come la Dinamo e deve cominciare ad ambientarsi ora e non tra sei mesi.

Inter, il futuro è qui ed ora. Non va rimandato. Troppo spesso è stata presa questa decisione per privilegiare altre piste e "andare sul sicuro", ma è arrivato il momento di cavalcare una nuova formula matematica che deve prevedere un insieme di giovani e veterani per il successo.

I presupposti ci sono, il mercato estivo accompagnerà l'evoluzione. Piuttosto servirà muoversi in fretta per garantirsi anche un totem della difesa che raccolga l'eredità di Acerbi. E in questo senso l'identikit di Giovanni Leoni - altro "figlio di Chivu" - calzerebbe a pennello.