Il pagellone definitivo. I cinque uomini della perfezione Inter. Onore a Zhang

Il pagellone definitivo. I cinque uomini della perfezione Inter. Onore a ZhangTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 3 giugno 2024, 21:55Editoriale
di Tancredi Palmeri

Non perfetta ma quasi. Ma se guardiamo alla gioia generata, è dalle parti della perfezione che si muove l’annata dell’Inter. Prima di mandarla in archivio, ecco il pagellone definitivo.

SIMONE INZAGHI voto 9:

Il deus ex machina di tutto. Sua l’idea, sua la capacità di metterla in pratica, suo il collante che ha moltiplicato gli sforzi della squadra, suo il carisma di essere il punto di riferimento a cui guardare nei momenti di difficoltà. A livello personale, è a un passo dai grandissimi. Per numero di titoli è il settimo allenatore della storia del calcio italiano con una squadra di club italiano, alla pari del suo maestro Eriksson. In 12 mesi una finale di Champions e uno scudetto, vinto con questo gioco epocale, che anche agli occhi degli altri gli fa fare quel salto che lui già sentiva di aver compiuto. Ha portato davvero ai limiti una macchina che ha sfiorato la perfezione. E cosa più importante è che quella macchina ha raggiunto quel livello grazie a lui, e non perché fosse già così forte sulla carta. Perché ogni giocatore è migliorato grazie al suo lavoro, raggiungendo il più rendimento personale. Il che è il merito più grande per un allenatore, anche oltre i titoli conquistati.

LAUTARO MARTINEZ voto 9:

Ha compiuto l’ultimo salto. Dopo i grandi big al mondo, gli Mbappé e Haaland con pochi altri, adesso lui c’è. In tutto ciò, la bellezza di un centinaio di gol in campionato in 5 anni. In un calcio dove sono spariti i cannonieri implacabili (guardate le classifiche marcatori in giro per l’Europa: le uniche certezze immarcescibili sono Mbappé, Haaland e Harry Kane), lui è tra i pochissimi al mondo a metterne almeno 20 ogni stagione. Impagabile. Chi pensa che valga meno di 160 milioni non ha capito né il calcio né il mercato. Al di là della scelta finale di darci un taglio con la trattativa per il rinnovo, dove si è affermato definitivamente è nel carisma di essere il trascinatore sia tecnico che psicologico della squadra. Quando non segna fa segnare. Per dire, a Madrid, nell’unica prestazione deludente dell’anno della squadra, lui aveva anche mandato in porta due volte i compagni, Thuram e Barella. Il giocatore più forte del campionato. A prescindere dall’essere l’ovvio mvp della stagione.

MARCUS THURAM voto 9:

Sorprendente. Chi scrive, a metà giugno 2023 - quando sembrava vicino al Milan - diceva che poteva essere l’acquisto dell’anno. Quindi ero sicuramente tra quelli che sapevano cosa sarebbe potuto essere. Ma addirittura così da subito, forse no, e nemmeno la dirigenza se l’aspettava nonostante fosse quella che ci avesse creduto di più. Il vero disequilibratore di gioco dell’anno, come era stato Kvaratskhelia l’anno scorso e Leao due anni prima. La rifinitura offensiva dell’Inter passa sistematicamente da lui, non a caso quando non è in giornata - ed è accaduto solo per due mesi in primavera - il gioco dell’Inter fatica di più nell’ultimo passaggio. Pronto da subito. Ed è bene ricordare come al partire dal campionato, quando aveva segnato zero-gol-zero nelle amichevoli estive, tutti ma proprio tutti dicessero che non fosse pronto per fare il titolare, e che l’Inter non poteva affidarsi a lui, mettendogli perfino Arnautovic avanti nelle scelte.

MAROTTA & AUSILIO voto 8.5:

La premiata ditta. Hanno alzato ulteriormente il livello di difficoltà. Cominciamo dal mercato, dove Ausilio comanda e Marotta calibra. Cambiata mezza rosa, persi dei valori assoluti, il rischio di fallimento era altissimo - a costo zero, badate bene. Non a caso ad agosto esperti e espertoni avevano giudicato l’Inter insufficiente, una rsa, una squadra indebolita (non tutti se permettete: ad agosto avevo pronosticato l’Inter da scudetto, come con l'Inter negli ultimi anni ho fatto solamente dal 2007 al 2010, e nel 2021…). E nel mercato, il grande plauso per aver insistito su Thuram, per cu in pochi eravamo convinti che potesse fare quello che ha fatto. Anche se probabilmente l’acquisto che fa godere di più Ausilio è Bisseck, sconosciuto e rivelatosi una gemma. Poi c’è il resto dell’anno, dove Marotta si è confermato il miglior dirigente del calcio italiano degli ultimi 20 anni. Protegge la squadra, la scherma con sicurezza dai continui attacchi, mette le mani nei problemi interni senza che dall’esterno se ne rendano conto.

BARELLA voto 8.5:

Ha compiuto l’ultimo passo, diventando il custode dell’interismo anche per la costanza in campo, non solo per le prestazioni e per la garra. La sua migliore annata in carriera, il che è notevole se pensiamo al suo 2021 scudetto-Europeo.

CALHANOGLU voto 8.5:

Tra i 5 centrocampisti più prolifici in Europa. La chiavi del gioco già ce le aveva. Miglior centrocampista della Serie A, definitivamente mutato in regista, padrone totale di ogni partita, incredibile vantaggio sulle avversarie che non hanno un architetto simile.

ZHANG voto 8:

Il voto è alla presidenza tutta. Lo dicono i risultati. Ha tre meriti principali e assolutamente fondamentali: ha investito energie a profusione per 5 anni. Ha scelto le persone giuste. E le ha lasciate libere di lavorare. Guardatevi intorno: capirete quanto è prezioso trovare un presidente che lasci esprimere i dirigenti secondo la loro professionalità e senza interferire. Praticamente, tranne la Juventus di Elkann e la Roma d Friedkin, non accade da nessuna altra parte. Con la differenza che Zhang ha sempre scelto le persone giuste. E aver riportato l’Inter al vertice, e conquistando 2 scudetti, coppe varie, una finale di Champions. Poi ci sono gli ultimi 3 anni, senza soldi, anzi con obbligo di incassare, e sequestrando il futuro dell’Inter per sperare che qualcosa accadesse. Non è accaduto. Ma nessuno poteva prevedere che nel 2020 il Covid avrebbe costretto le aziende cinesi a una inversione a 180° sugli investimenti del calcio a causa delle lune del governo. Onore a Steven Zhang.

DIMARCO voto 8:

Sicuramente tra i 5 migliori al mondo nel suo ruolo. La sua progressione anno dopo anno è impressionante. Adesso ci ha aggiunto anche la capacità di tirare su la squadra quando si trova sotto giri.

PAVARD voto 8:

Il prezzo importante era un bersaglio piazzato dietro la schiena. E’ cresciuto nel corso della stagione, facendo capire perché Simone Inzaghi avesse insistito tanto. Un surplus d’esperienza che mancava, la maestria nella costruzione e nel proporsi.

MKHITARYAN voto 8:

Perfino meglio dell’anno prima. Diventato regista aggiunto come aveva fatto in principio Calhanoglu accanto a Brozovic. Ma quanta corsa. E quante presenze. Innaturale come lo faccia alla sua età. Teca di cristallo.

SOMMER voto 8:

Un altro che era stato ampiamente sottovalutato. Ma in carriera aveva sbagliato solo la scorsa stagione al Bayern. Interprete perfetto del ruolo di portiere di una grande, pronto nei pochi momenti in cui è reclamato.

BASTONI voto 8:

Ulteriore passo in avanti. E’ diventato il regista arretrato aggiunto. Non solo con i lanci lunghi alla Bonucci, ma proprio allineandosi ai registi e palleggiando con loro, come in fase di costruzione faceva Dani Alves nel Barcellona delle meraviglie.

ACERBI voto 7.5:

Quando non c’è si sente, il che pone un serio dubbio per il futuro vista l’età e gli acciacchi. Un vero miracolo sportivo il suo ritorno a questi livelli. Non solo l’eccellenza in marcatura, ma soprattutto la direzione della difesa, chiamando movimenti e disposizioni. 

DARMIAN voto 7.5:

Perfino oltre quanto avesse già fatto l’anno prima fino alla finale di Champions. Stavolta gli è mancata l’alternativa di Dumfries nel girone di ritorno, lui non ha fatto una piega ed è tornato a spingere stracciando la carta d’identità.

DUMFRIES voto 7:

Una seconda parte di stagione in ombra dopo il girone d’andata alla sua altezza, condizionato anche dagli infortuni. Non riceve però il suo giusto merito la capacità esplosiva che fornisce di creare superiorità numerica in avanti, come pochissimi esterni sanno fare in Europa.

FRATTESI voto 7:

Il suo ruolo era molto più difficile di quanto sembrasse: arrivi al costo di 40 milioni, per fare la riserva di lusso per i primi anni, e devi farti trovare pronto dalla panchina. E lui l’ha fatto, mettendo gol pesantissimi.

DEVRIJ voto 7:

Più affidabile sul piano fisico e tecnico che nel biennio precedente con Simone Inzaghi. Il che è anche una sorpresa visto che ormai sembrava in inesorabile calo. Si è allungato la carriera, meritandosi la fiducia della società.

CARLOS AUGUSTO voto 7:

Meno esplosivo rispetto a quanto visto a Monza, ma più duttile. Inzaghi gli ha chiesto fino a 3 ruoli con approcci differenti, e lui non ha fatto una piega. Sparito il suo rendimento di assist, ma ha supplito con la sicurezza difensiva che gli si richiedeva.

BISSECK voto 7:

Ha appreso per metà campionato nell’ombra, e poi non si è voltato più indietro. La cosa più incredibile è che non ha sbagliato nemmeno una partita, essendo ogni volta migliore che nella precedente. Continuo a pensare che valga la pena provarlo come difensore centrale.

ASLLANI voto 6.5:

Finalmente positivo, e affidabile quando viene chiamato in causa. Cresciuto nella personalità e nelle capacità di incidere nel gioco. Il prossimo passo è riuscire a farlo anche in quel quarto d’ora di cambio nelle partite importanti.

ARNAUTOVIC voto 6:

Guardando i numeri alla fine i gol che doveva fare li ha anche fatti, 7 reti. Il problema è che è sembrato sempre chiedere una mano alla squadra, quando uno nella sua posizione è chiamato a fare il contrario. Il problema è che quando serve veramente non c’è quasi mai.

ALEXIS SANCHEZ voto 6:

Le ultime stille del campeón. Anche qualche buona prestazione, ma pure per lui nonostante i 4 gol il divario tra titolari e panchinari è troppo ampio per non saltare all’occhio. Il non essere impiegato di più è anche sua responsabilità.

AUDERO voto 6:

Anche meglio di quanto ci si aspettasse. Ha aiutato ad allungare il conto delle clean sheet, e non c’è molto altro che gli si potesse chiedere. Al punto da far sembrare credibile la sua riconferma, quando invece sembrava di passaggio.

KLAASSEN voto 6:

Serviva come dignitoso ultimo cambio e quello ha fatto. Probabilmente più prezioso il suo lavoro all’interno dello spogliatoio, benvoluto da tutti e dove ha aggiunto la sicurezza dovuta alla sua esperienza internazionale.

BUCHANAN voto 6:

l’attesa messianica attorno a lui è forse immotivata. Si è preso 6 mesi per imparare e dare una mano. La curiosità è per come Simone Inzaghi possa modellarlo in considerazione di quanto fatto con altri. Incuriosisce.

CUADRADO voto 4.5:

Non ha portato davvero nulla. Fuori per due terzi di campionato, poi per il resto un po’ di brio al suo ingresso ma mai un vero apporto di qualità. Alla fine il suo highlight è stato saltare sul “Chi non salta bianconero è” alla festa scudetto.

SENSI s.v.:

Come una fidanzata che incontri dopo anni e pensi a quello che poteva esser e non è stato.