Il Dilemma Dybala
Una breve premessa.
Ma il sorpasso? Niente! Anche se a dirla tutta sarebbe stato un sorpassino, visto che l’Inter non ha lo stesso numero di partite del Milan. Col sorprendente successo a San Siro dello Spezia guidato dall’ex-tripletista nerazzurro Thiago Motta, sarà per la prossima volta!
E ora andiamo al tema.
Ho titolato dilemma Dybala per via della musicalità del titolo, ma in realtà sto per scrivere di chi non appartiene all’Inter e che, per come la vedo oggi io, mai gli apparterà. Per sette stagioni Dybala è stato un simbolo della Juventus, ma adesso la sua storia bianconera pare al capolinea.
L’Inter assiste all’evolversi della vicenda più che altro come teorica sponda, come si fa in questi casi. Il primo a notare le qualità di Dybala nel Palermo in realtà era stato Roberto Mancini, allora allenatore dell’Inter, nell’autunno 2014.
Il Mancio chiese all’allora Presidente Thohir di intavolare una trattativa con il club siciliano, ma il discorso finì ancora prima di cominciare per l’intervento di Beppe Marotta, allora amministratore delegato bianconero, che offrì a Zamparini 32 milioni di euro più 8 di bonus, superando di oltre 10 milioni la proposta nerazzurra.
Da allora non saprei dire se Dybala sia stato più croce o più delizia dei tifosi della Juventus. Certamente non è diventato il ‘Michel Platini’ del terzo millennio che qualche tifoso bianconero vagheggiava. Negli ultimi anni poi, complice l’arrivo in bianconero dell’ingombrante Cristiano Ronaldo, la sua vita lì si è ulteriormente complicata. Paulo Dybala guadagna comunque oltre 7 milioni all’anno ed era arrivato a chiederne addirittura 15 per legarsi a vita alla Juventus. Il resto è storia recente: i risultati della Juve, soprattutto in Europa, sono peggiorati e con la pandemia i costi di gestione sono stati riconsiderati anche lì. Eppure alla fine una bozza di accordo era stata trovata, con un nuovo contratto da 8 milioni più 2 di bonus, ma improvvisamente il nuovo amministratore delegato Maurizio Arrivabene ha tirato il freno a mano, anzi ha messo la retromarcia. Un po’ troppo, per l’orgoglio di Dybala che, dopo l’addio di CR7, sperava di riappropriarsi del centro della scena. Così la Joya, furente, si è messa sul mercato.
Da qui il supposto interesse dell’Inter, di cui oggi Marotta, che lo portò alla Juve, è l’architetto. E immagino di altri club esteri, forse in grado di accontentare il nuovo e inatteso parametro zero. Io credo che l’Inter su Dybala stia più che altro operando una manovra di disturbo, senza avere la reale intenzione di avvicinare uno stipendio che al lordo sfiora i 14 milioni di euro all’anno. Oltretutto Dybala non potrebbe neppure godere del Decreto Crescita e l’Inter, per valutare il suo ingaggio, dovrebbe riconsiderare in toto la posizione di Lautaro, che ha appena rinnovato. Potremmo discuterne sono se Lautaro fosse venduto alla Lukaku. Il tema resta comunque affascinante e gli interisti ne parlano, anche se di là del piacere tifoide di ‘portar via’ un calciatore alla Juve, un po’ com’è successo con Çalhanoğlu al Milan, non mi sembrano così entusiasti. Quindi al momento vediamo gli sviluppi di una situazione che poi magari si risolverà con la permanenza di Dybala in bianconero a cifre più umane.
Resta la stima di Marotta, di Simone Inzaghi, ma nulla più. A me Dybala è sempre piaciuto, ma non ce lo vedo nell’Inter di oggi. Credo che Dybala, senza nulla togliere ai suoi 148 gol in 408 gare e ai suoi 12 trofei italiani tra Scudetti, Coppe e Supercoppe Nazionali con la Juve, non sia un Top Player o comunque non possa essere l’investimento più dispendioso per un Top Club italiano: si chiami Juve o Inter.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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