Gli inutili bilanci di novembre, un tris di colpi “ben caldi”, un’Inter che rende orgogliosi

Gli inutili bilanci di novembre, un tris di colpi “ben caldi”, un’Inter che rende orgogliosiTUTTOmercatoWEB.com
sabato 11 novembre 2023, 22:45Editoriale
di Fabrizio Biasin

I bilanci di metà novembre contano il giusto (una mazza), ché poi è un attimo che ti ritrovi a fare il fenomeno e il Maestro Eusebio di Francesco ti combina lo scherzetto, ma ci sono dei fatti incontrovertibili che vanno incisi nella pietra, eccoli.
Da quando Simone Inzaghi si è seduto sulla panchina dell’Inter non è ancora arrivato lo scudetto, la qual cosa fa incazzare molti, moltissimi e soprattutto lui. In compenso, sono arrivate una marea di altre cose, alcune tecnicamente “vitali”, altre sorprendenti.
-    La prima qualificazione agli ottavi di finale di Champions dopo un decennio (due anni fa)
-    La finale di Champions League a “13 anni da…” (giugno scorso).
-    Una nuova qualificazione alla fase a eliminazione diretta del coppone con due clamorosi turni di anticipo (l’altro giorno).
-    La qualificazione (non ancora formale, ma, nei fatti) al ricco Mondialone per Club del 2025 al quale tutti vorrebbero partecipare ma spazio per tutti proprio non ce n’è.
-    Oltre 100 milioni di euro di ricavi dalla passata Champions League.
-    Già una cinquantina da quella attuale.
-    La possibilità di completare un mercato a costo zero nella sessione estiva 2023 (perché senza le cento cucuzze di cui sopra, colcasso sarebbe andata così, cari amici miei…).
-    I complimenti di tutti, da Pep Guardiola in giù.
-    Non quelli di Arrigo Sacchi, ce ne faremo una ragione.
-    La netta sensazione di essere tornati a valere le primissime posizioni in campo continentale e, quindi, anche in quello Mondiale.
-    Un ranking Uefa sontuoso (ben dentro la top ten) che certifica nei fatti il punto precedente.
-    Due Coppe Italia e altrettante Supercoppe che a qualcuno faranno pure schifo, ma non a chi ha vissuto gli anni miseri del “profondo nulla”.
-    La capacità evidente di attrarre giocatori che un tempo col cavolo si sarebbero avvicinati e ora, “ma sì, credo nel vostro progetto” (e infatti occhio a Tiago Djalo, succulento parametro zero, e occhio pure al neo azzurro Andrea Colpani, uno davvero “buono come il pane”. E pure lo svedesino Lucas Bergvall, classe 2006 di proprietà del Djurgården).
-    Varie ed eventuali.
Ora, tutte queste cose sono figlie del lavoro di un tecnico che non più tardi di un anno fa veniva descritto come un fesso. “Scemone”, per qualche illuminato. E sono figlie di una squadra che finalmente funziona a tutti i livelli: amministratore delegato, direttore sportivo, tecnico, gruppo squadra.

E anche tutti gli altri.
Ora, è inutile star qui a prevedere “quel che sarà”, non abbiamo alcuna sfera di cristallo, ma lasciateci dire che siamo orgogliosi di quel che sta accadendo, di un gruppo unito, di un capitano che ama essere capitano, di uno stadio sempre, sempre, ma davvero sempre stracolmo. Perché è doveroso essere interisti soprattutto nei momenti di difficoltà, ma quanto è bello godersi attimi come questo, quelli in cui senti la tua “fede” riposta nelle mani giuste.
(Euse’, fai il bravo che mo’ arriva la sosta e son due settimane di colossali rotture di balle).
Ps. Segna Klaassen. Forse.