Il ritorno dell’entusiasmo e i giudizi sfacciatamente affrettati

Il ritorno dell’entusiasmo e i giudizi sfacciatamente affrettatiTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 18:19Editoriale
di Lapo De Carlo


Era importante passare il girone e andare agli ottavi. Ancora più importante vincere contro un avversario dal nome e la qualità superiore al Monterrey e l’Urawa. Alla fine il River è stato persino eliminato e i messicani si sono rivelati meno sprovveduti di quanto non giurassero molti grandi esperti di calcio internazionale che raramente seguono i campionati in Europa e mai avevano visto giocare una squadra nordamericana.
Dalla vittoria sul River viene fuori che l’Inter ha un giovane attaccante di nome Pio Esposito che ha già tutto per restare in rosa e dare un gran contributo. In un’azione si è visto tutto quello che Correa, Arnautovic e Correa non hanno saputo garantire in un’intera stagione.
Emerge che Mkhitaryan, a prescindere dalla sua incredibile fallibilità sotto porta, ha ancora grande qualità e se ben conservato e preparato resta uno dei migliori centrocampisti in circolazione.
Risalta il fatto che Lautaro è in grande forma e ha fatto giocate di altissimo livello, non trovando la rete per pura casualità e il solito palo, che Sucic è un centrocampista di alto livello, che Chivu ha le idee chiare e ha un gioco compatibile con le caratteristiche dei giocatori in rosa, adattandosi a loro e non il contrario.
I cambi di modulo, le verticalizzazioni, un minor possesso inutile e una maggiore predisposizione al lancio o al taglio esalta la squadra.
Dall’altra va fatto notare che, anche in questa occasione, al 17° della ripresa, la difesa ha concesso una palla gol importante a Colidio, lasciato inspiegabilmente solo, con la retroguardia schierata.
In ogni partita le palle gol concesse nascono più da distrazioni che da giocate degli avversari e, nella maggior parte dei casi, gli errori sono talmente gravi che quasi sempre gli altri segnano, come nel caso di Monterrey e Urawa. Non è accaduto col River.
Un altro aspetto è che l’Inter fallisce sempre troppe palle gol. L’Inter meritava di essere in vantaggio ben prima del 71° ma in parità numerica, prima dell’espulsione sacrosanta di Martinez Quarta, il punteggio era ancora sullo 0-0. Un risultato che, beninteso, andava comunque bene per il passaggio del turno.
L’elemento più felice della serata viene però dalla freschezza atletica di un Inter che ha giocato inaspettatamente un secondo tempo migliore del primo.
E’ solo una partita ma si è vista, per la prima volta dopo tanto tempo, una squadra fisicamente energica, brillante, rapida. Il lavoro di Stefano Rapetti semb ra aver già fatto effetto ma c’è tutta una stagione per valutarlo.

Su questo aspetto vale la pena fare una breve riflessione. In tre partite si è dovuto leggere ed ascoltare valutazioni tranchant, espresse con incredibile disinvoltura.
Dopo la prima partita col Monterrey: “male Chivu, Sucic inesistente, centrocampo Inter evanescente, difesa vecchia e da rivedere”. Nel mezzo, la sfida all’Urawa che ha portato al massacro di Luis Henrique, distrutto da pagelle tra il 4 e il 4,5, mentre Chivu si prendeva delle insufficienze perché “ancora la sua mano non si vede”.
Nella terza contro il River, grande Chivu, Sucic giocatore fantastico, Pio Esposito che somiglia a Luca Toni, Vieri e tanti altri. Asllani e Luis Enrique da cedere, Sebastiano Esposito deludente.
Di più: Bonny, non ancora arrivato e già considerato scarso.



Capisco la necessità di farsi un’idea ma già aver vissuto ventisei giorni dai giudizi plumbei, uno scoraggiamento senza freni e una diffidenza che non faceva prigionieri, passare ad un entusiasmo incontrollato mi fa comprendere che sarà dura trovare una luce fioca, di equilibrio da qui in avanti. Se l’Inter uscisse, non importa come, con la Fluminense (vincitrice della Copa Libertadores nel 2023) tornerebbero i musi lunghi.
Il caso Luis Henrique è emblematico. Il giudizio espresso su di lui è frastornante.
E’ talmente negativo e senza ritorno da non poter opporre alcun ragionamento che possa essere discusso.
Al netto di due brutti errori avevo visto una partita molto diversa. Per sicurezza mi sono rapidamente rivisto la sua unica partita giocata e, contrariamente a quanto scritto, ha fatto numerosi cross in area e saltato più volte l’uomo ma i giapponesi erano sistematicamente nella propria area e quando ne saltava uno ne arrivavano altri due e Luis Henrique doveva inevitabilmente scaricare il pallone al compagno.
Sono tutti compatti contro il brasiliano. E’ già successo con altri esterni nelle prime partite come nel caso di Cancelo, bollato come “fumo senza arrosto”, Hakimi tacciato di mediocrità o inconsistenza, Dumfries, bollato come sciagura e, prima di loro persino Roberto Carlos non godeva di tutta quella stima che oggi molti interisti ricordano.
E’ un fatto. Ci sono giocatori che ai tifosi e la stampa non piacciono o che, pur mostrando qualità superiori, devono dimostrare sempre qualcosa in più di altri.
Luis Henrique è già stato deciso sia un fallimento. Considerando che partirà dietro Dumfries è evidente che stampa e tifosi lo massacreranno tutta la stagione. Siamo fatti così.