Ecco cosa farà Brozovic (non è vero, non lo sappiamo, è solo un titolo acchiappaclic)
Quando parlo con i colleghi un filo più anziani di me (mica tanto più vecchi, un filo), mi dicono sempre così:
“Un tempo le cose andavano diversamente, noi giornalisti sportivi avevamo contatti diretti con i giocatori, uscivamo a bere una birra insieme oppure a cena con le rispettive famiglie, li aspettavamo fuori dallo spogliatoio, non c’erano filtri, era tutto più semplice e “vero”. Oggi ci sono i social, in teoria i rapporti dovrebbero essere più immediati, ma non va così: se scrivi ai calciatori non ti rispondono, se ti rispondono ti dicono “passa dall’ufficio stampa”, l’ufficio stampa nella migliore delle ipotesi ti dice “programmiamo un’intervista entro i prossimi tre mesi, promesso”, poi però si mettono in mezzo gli sponsor, a monte c’è sempre qualcuno che ti filtra le domande e, insomma, non esiste più alcun tipo di rapporto. Il risultato? Dichiarazioni asettiche, interviste moscissime, noia mortale, zero empatia”.
Hanno ragione, i colleghi “anziani”. Eccome se ce l’hanno.
Fine della premessa.
L’altro giorno pensavo a Brozovic (pensa un po’ come sono messo): “Siam tutti qui in attesa di capire se il centrocampista croato e l’Inter troveranno un’intesa per andare avanti assieme, ma non abbiamo ancora capito se a lui, la cosa, interessa davvero”. E allora gliel’ho chiesto. Cioè, mi son detto: “Questo qui che corre più di tutti e quando è fuori dal campo sembra tutto tranne che un calciatore, questo qui che si nutre di pizze surgelate e va al parco con i bimbi, questo qui che ha appena compiuto 29 anni e nella sua “anormalità” appare una persona “normale”, magari avrà il coraggio di rispondermi”.
E allora gli ho scritto. Mica un trattato, una roba semplice: “Ma tu vuoi restare all’Inter?”.
Mi ha risposto cinque minuti dopo.
“Sì”. E ci ha messo pure un sorrisino che male non fa.
“Ah, che bellezza”, mi son detto, finalmente un giocatore che non si preoccupa di chiedere permessi, né pensa che un “sì” possa cambiare le sorti del pianeta.
“Grande, cazzo. Sei un grande”. Gliel’ho proprio scritto. E questo a prescindere da quel che accadrà. Perché non lo sappiamo, quel che accadrà.
L’Inter (Marotta, Ausilio) e Brozovic (il suo entourage) si sono ritrovati qualche giorno fa e non hanno parlato di cifre: la società non ha fatto offerte, i rappresentanti del giocatore non hanno avanzato richieste. Semplicemente, le parti hanno confermato la volontà di trovare un’intesa e “arrivederci a fra qualche giorno”. Questo non significa che sia tutto fatto perché il grano fa sempre la differenza (figuriamoci nel mondo del calcio e con un contratto prossimo alla scadenza).
In ogni caso, però, una certezza ce l’abbiamo: l’Inter vuole andare avanti con il suo preziosissimo centrocampista, quel centrocampista spera di continuare con l’Inter. Visti i recenti precedenti (leggi il “cugino” Kessié che “torno da Tokyo e sistemo tutto io!” ma poi non ha sistemato un bel niente) non è il caso di farsi prendere dall’entusiasmo, ma neppure di essere troppo pessimisti.
Fine.
È in arrivo Inter-Napoli, partita cruciale, e in mezzo al campo come sempre giocherà Marcellino, quello che “se gira lui gira l’Inter, altrimenti son dolori”. Ecco, Marcelo, “gira” come solo tu sai fare che qui ti si vuole bene: per quello che fai in campo, ovvio, ma anche per come riesci sempre a non prenderti troppo sul serio. Ad avercene…
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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