È stato il derby dei rimpianti. Calhanoglu super, Lautaro pare appesantito
Ragazzi diciamoci la verità per noi è stato il derby dei rimpianti, di ciò che poteva essere e non è stato. Un derby in cui a lunghi tratti l’Inter ha fatto la partita e imposto il proprio gioco al Milan, ma che alla fine ha lasciato i nerazzurri con l’amaro in bocca di una classifica purtroppo rimasta invariata. I punti di distacco restano sette, ma ad Appiano resta intatta la convinzione che la distanza dai capoclassifica non sia così ampia e che questa squadra abbia tutte le carte in regola per ribaltare la situazione nei prossimi mesi.
Il risultato ci ha deluso è inutile negarlo, nonostante il palo rossonero nel finale, l’andamento della partita è stato molto chiaro. L’Inter ha gestito l’incontro per larghi tratti della gara, ci manca sempre quell’uno per fare trentuno che spiega il ritardo dalla vetta in classifica. Quattro big match giocati fin qui, tre pareggi e una sconfitta in partite che avremmo potuto vincere. L’Inter si è fermata spesso sul più bello: il rigore sulla traversa contro l’Atalanta al novantesimo, la perdita di tranquillità dopo il “fattaccio” dell’Olimpico, il penalty dubbio contro la Juventus all’ultimo minuto e la mancanza di cinismo nel derby. L’Inter deve migliorare sotto questo aspetto.
Va detto però che da inizio anno Inzaghi ha realizzato più di un upgrade alla squadra. Ora l’Inter è più solida ed equilibrata e da sempre l’impressione di essere più presente nella gestione della partita.
La cosa che però può far sorridere i tifosi è la prestazione in un match così ricco di pressioni di Hakan Calhanoglu. Il turco (insieme a Perisic il migliore in campo) è stato grande protagonista nonostante i dubbi della vigilia.
Vinto il ballottaggio con Vidal (bravo Inzaghi) Calha non ha messo in campo solo la sua indubbia qualità ma anche quella "garra" che, fino a quel momento, il turco non aveva ancora mostrato al suo nuovo pubblico. Il rigore del vantaggio è l’emblema della sua partita: prima se l'è procurato, poi ha avuto il coraggio di batterlo sotto la curva dei suoi ex tifosi che, fino a quel momento, gli avevano riservato soltanto fischi schiumanti di rabbia per il tradimento estivo.
Calha non si è scomposto, ha guardato Tatarusanu e ha segnato senza tremare, primo tassello di una gara di altissimo livello in cui è stato la mente pensante dell'Inter. Curiosità: Calhanoglu è il quarto giocatore ad aver fatto gol alla prima stracittadina da ex, dopo Crespo (2006), Ronaldo (2007) e Ibrahimovic (2010).
Se Calha è stato senza dubbio la nota positiva, un minimo di preoccupazione lo possiamo avere da Lautaro. Il rigore non è il problema principale, capita di sbagliarlo e questa volta è toccato a lui. L'argentino conferma che il tiro dagli undici metri non sia esattamente la specialità della casa (terzo errore dal dischetto sugli ultimi sei tentativi). Il problema sembra essere la stanchezza. Lautaro pare appesantito dai tantissimi minuti spesi in campo tra Inter e Argentina. Non si è mai fermato Lauti e, non essendo una macchina, il suo corpo gli sta chiedendo il conto. Non è mai stato veramente in partita, confermando uno stato di forma al ribasso con l'ultimo gol segnato ormai il 2 ottobre contro il Sassuolo.
C’è ancora da lavorare soprattutto su quei giocatori che dovrebbero dare un apporto più decisivo e importante quando chiamati in causa. Sanchez e Dumfries a mio avviso sono giocatori importanti per Inzaghi, il primo l’ha già dimostrato l’anno scorso, il secondo ha caratteristiche tecniche e fisiche che in molti gli dovrebbero invidiare ma va ancora inglobato nel meccanismo di squadra.
Serviranno tutti perché non ci si ferma mai e la stanchezza sarà compagna inseparabile dei ragazzi fino a maggio.
Purtroppo non ci dovremo aspettare investimenti a gennaio, servirebbero ma Marotta è stato chiarto: “Siamo concentrati sulla rosa che abbiamo a disposizione - ha detto -, gran parte di questi giocatori sono campioni d’Italia e bisogna riconoscerne i meriti. Credo proprio che a gennaio non faremo cambiamenti anche se l’attività di monitoraggio è già in atto per quanto riguarda la programmazione futura”.
Nel mancato risultato di domenica sera c’è anche un po’ di cabala: statisticamente infatti novembre resta un mese stregato per l'Inter nei derby: l'ultimo successo dei nostri in questo mese sui rossoneri risale al 18 novembre 1990 (1-0 con gol di Nicola Berti), in mezzo 11 partite con otto pareggi e tre sconfitte. Speriamo che il calendario l’anno prossimo sia più clemente.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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