È stata la serata più interista della storia dell’Inter. That’s football, ma così fa malissimo
Poteva succedere di tutto. E forse è successo di tutto. L'Inter se l'è giocata nel miglior modo possibile, senza sfigurare davanti a un Manchester City che doveva massacrare qualsiasi cosa. Haaland è stato annullato, tutta la trequarti inglese è stata limitata da una gara ai limiti della perfezione. È mancata la lucidità negli ultimi venti metri, quando la squadra di Pep Guardiola ha concesso qualcosina. Ci sono stati tantissimi errori di superficialità, di poca convinzione, da braccino corto.
That’s football, ma così fa malissimo. L'Italia non raccoglie nulla dalle tre finali europee e si mangia giustamente le mani. L'Inter forse tra le tre ha qualcosa in più da recriminare. Poi è mancata pure la fortuna, quando un centimetro in più avrebbe cambiato la partita Ederson e la traversa hanno salvato tutto. Il percorso però è stato di quelli impressionanti, la banda di Simone Inzaghi ha giocato oltre le proprie possibilità la 57a partita stagionale: una follia collettiva che non sembra voler terminare mai (quella delle tante partite, ovviamente).
Una finale che ti fa masticare amaro, che dovrà essere messa nel dimenticatoio il più in fretta possibile: raccogliere i cocci è facilissimo, incollarli no. Le crepe ci sono e si vedranno sempre, saranno lì a ricordarti una delle occasioni più ghiotte sprecate nella maniera peggiore possibile. Perché era un'ossessione per il City che non ne ha fatti cinque, nemmeno sei. E ora? Come si riparte? Come si cancella una roba del genere?
È tutto maledettamente complicato. La serata dell'Ataturk è stata la più interista della storia dell'Inter. Forse peggio del 5 maggio. Solo l'Inter poteva perdere 1-0 in quella maniera. Resta il vanto, resta il percorso fatto fino a Istanbul, resta un erroraccio di Romelu Lukaku che fa ancor più male di quello di qualche anno fa contro il Siviglia. Commentarlo, almeno da parte mia, rappresenterebbe un accanimento mediatico inutile dopo una nottata simile.
Comunque vada è stata voltata una bellissima pagina, con un finale amaro ma pur sempre maledettamente affascinante. Uno psicodramma, o forse no. That's football, ragazzi. Peccato davvero.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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