Dumfries più sacrificabile di Skriniar? No, sono entrambi ugualmente imprescindibili
Dumfries e Skriniar, Skriniar e Dumfries, da tutta l'estate purtroppo i tifosi dell'Inter sono costretti a sentire ripetutamente i loro nomi accostati al Chelsea. Ovviamente la questione che riguarda i conti dell'Inter è sempre attuale, c'è da saldare le rate di un prestito e gli obblighi di data non sono, purtroppo, procrastinabili. L'Inter deve fare cassa e i suoi dirigenti, di conseguenza, devono fare la gincana tra i mille ostacoli e le tante opportunità di mercato.
La cessione di Casadei al Chelsea, unita a quella di Pinamonti al Sassuolo, ha portato nelle casse nerazzurre la bellezza di 40 milioni di euro, cifra che si va ad aggiungere ai restanti 8 guadagnati dalla cessione dei cartellini di Di Gregorio al Monza e di Gravillon allo Stade de Reims. La somma entrata nelle casse dell'Inter non è da sottovalutare soprattutto se è stata ottenuta senza dover sacrificare un big dell'attuale rosa.
Il mercato è ancora lungo e tutto può succedere ma Inzaghi nel post partita di Lecce è stato chiaro e categorico : "la società mi ha detto che la squadra non verrà toccata e non ci saranno uscite" e ha aggiunto che arriverà sicuramente un vice De Vrij per prendere il posto di Ranocchia andato al Monza.
Le parole di Inzaghi dovrebbero far sorridere i tifosi interisti che però, giustamente, hanno sempre le antenne alzate dopo l'esperienza vissuta con l'addio di Lukaku la scorsa estate.
Ho sempre sentito dire che la partenza di Skriniar sarebbe stata la peggiore e che Dumfries, nel caso di cessione, sarebbe stato più facile da sostituire. Ho sempre avuto dei dubbi a riguardo, ho sempre creduto che, nei loro ruoli, i due giocatori fossero fondamentali. La partita contro il Lecce ha cementato questo mio pensiero.
Skriniar è un muro, un giocatore enorme che ha saputo migliorarsi come pochi, si è adattato ad un modulo che non conosceva diventando leader di uno spogliatoio che ormai non può più fare a meno di lui.
Le cifre e i numeri del numero 37 parlano chiaro: 48 partite, 4 gol ma soprattutto 11 reti nella sua esperienza nerazzurra. Non si giudica un difensore centrale per le sue reti, ovvio, ma conosciamo già benissimo la sua forza nel reparto. Quello che ha in più è una presenza potente e una fisicità in area di rigore avversaria che aiuta quando le punte non segnano. La sua leadership è enorme e rinunciare a lui, se si vuole vincere di nuovo, diventa impossibile.
Arrivo al punto. Perdere Dumfries, secondo la mia opinione, sarebbe in egual modo deleterio. L'olandese ha ereditato il ruolo da un pupillo nerazzurro come Hakimi, la gente aveva bramato e amato l'ex Dortmund da subito ma non ha fatto in tempo a consumare questo amore mescolato alla forte attrazione. Denzel non ha avuto paura, ha capito subito cosa lo aspettava ma non ha mai tremato, conscio della sua bravura e pieno della sua autostima. Dumfries, al primo anno di Inter, ha giocato 45 partite segnando 6 gol e fornendo 7 assist mescolando tutto con uno spirito agonistico di cui tutti si sono accorti. Per rendere l'idea, Hakimi con Conte ha segnato 7 gol e fornito 10 assist (ma, a differenza dell'olandese, aveva davanti Lukaku). Quello che ormai è chiaro a tutti è che su Denzel si può contare nei momenti decisivi della partita, quando arriva l'ora X lui non trema e, anzi, cerca di essere protagonista fino in fondo per se stesso e per la squadra. Lo ha dimostrato più volte. La vittoria di Lecce porta la sua indelebile firma. I tifosi dell'Inter lo hanno promosso subito e lui non ha tradito la fiducia. Credo che Inzaghi la pensi come me, Dumfries è imprescindibile al pari di Skriniar e di altri giocatori che, ad oggi, sono fondamentali per mantenere un progetto vincente.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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