Dimenticare Monaco, cancellare la Juve. L'Ajax è molto più di un esame, l'Inter deve superarlo

Tanto tuonò che alla fine piovve. L'Inter torna in Champions League, a tre mesi e mezzo dal fattaccio di Monaco di Baviera, e non può fare a meno di ripensare all'elefante nella stanza. I nerazzurri non hanno ancora evidentemente superato ciò che è successo contro il PSG, che umiliò una squadra che si sentiva sulla luna e si era auto-definita "ingiocabile" nel più classico dei peccati di hybris alla greca. Quella dichiarazione di Henrikh Mkhitaryan, sommata a tutti i recenti "strabordamenti" nerazzurri di fronte alla stampa, riecheggia nell'etere ed è tuttora oggetto di sfottò per una squadra che poteva vincere tutto e non ha vinto niente, con quel 5-0 da assorbire e dimenticare.
Il ritorno in Champions League ha il sapore di una prova da superare, e non solo per ciò che è accaduto tre mesi e mezzo fa. L'Inter ci arriva dopo un mercato ampiamente deficitario, nel quale le idee sono cambiate di continuo e l'altro elefante nella stanza, l'investimento su un difensore centrale che possa portare i nerazzurri nel futuro e far superare il dualismo Acerbi-de Vrij, non è stato affatto preso in considerazione: "In difesa siamo un po' datati, ma affronteremo il problema più avanti". Marotta dixit e quelle parole, che hanno sancito il no al difensore centrale per il terzo anno di fila (escludendo l'avvicendamento forzato Akanji-Pavard), fanno quasi sorridere dopo sei gol subiti in tre gare e le fragilità mostrate.
Cristian Chivu non è stato messo nella posizione migliore per esprimere le sue idee, che prevedevano due capisaldi: qualcosa di diverso tra i titolari e il probabile passaggio al 3-4-2-1 con un esterno/trequartista al fianco di Lautaro e Thuram. Nessuna di queste due idee, per ora, è diventata realtà e l'Inter ha faticato e non poco nell'avvio di stagione in Serie A. Dopo aver regolato il Torino (5-0), sono infatti arrivati i ko in rimonta contro l'Udinese (2-1) e la Juventus (4-3): un'autentica maledizione bianconera che ha lasciato l'amaro in bocca e ha generato il secondo peggior avvio di stagione negli ultimi 15 anni dopo il singolo punto (in quattro turni) di Gasperini nel 2011/12. Allora si era in piena banter-era dopo il Triplete con Mourinho (a proposito, buona fortuna per la ripartenza dal Benfica: oggi la firma, ndr), con una rosa svuotata e tanti big al termine della carriera, oggi invece la squadra è la stessa che ha centrato e perso due finali in Champions League.
Ne va da sé che ci si aspetti una reazione dall'Inter, e che quella reazione debba necessariamente arrivare oggi. Mancare ulteriormente la vittoria contro l'Ajax e/o contro il Sassuolo, infatti, metterebbe Cristian Chivu in una posizione davvero delicata. San Siro è maestro nel bruciare giocatori e allenatori, nei momenti di crisi, e la rivoluzione "frustrata" del giovane tecnico non verrebbe solo messa in discussione, ma genererebbe anche un clima pesante nelle prossime sfide e il rischio di un avvicendamento tra ottobre e novembre. Uno scenario che l'Inter vuole assolutamente evitare, nel dopo-Inzaghi, dunque serve far risultato e farlo subito. Con la Juventus la prestazione c'è stata, in parte, ma c'è stata anche una sterilità offensiva preoccupante: per una settantina di minuti l'Inter ha fatto girare palla senza sapere cosa farne, coi soli tiri di Barella (out) e Calhanoglu (due gol e un missile alto), per poi affondare malamente per gli errori della difesa e di Yann Sommer.
Lo svizzero è stato confermato da Chivu in conferenza stampa e avrà la sua chance di fare ammenda alla Johan Cruyff ArenA, nella speranza di guidare dalle retrovie il riscatto nerazzurro. La Champions League dell'Inter deve necessariamente iniziare con una vittoria, per evitare di complicare ulteriormente la stagione, sia in Europa che in campionato: i nerazzurri devono massimizzare i punti in queste sfide, visto che dopo sfideranno big come l'Arsenal e il Liverpool (oltre all'Atletico, ndr). La storia ci insegna che si va agli ottavi con 15-16 punti, ai playoff con 11-12: sono dunque ammessi pochi passi falsi. Chivu affronterà il suo passato, quel club che lo lanciò da giocatore e l'avrebbe rivoluto come vice e poi allenatore della prima squadra, con qualche cambio: Frattesi per Barella, Sucic per Mkhitaryan, de Vrij per Acerbi e un probabile avvicendamento in attacco. Lautaro Martinez è quasi certamente out, anche se cercherà una magia nelle ultime ore prima del match: si scalda Pio Esposito, più di Bonny. Chissà che non sia lui l'eroe di Amsterdam e l'uomo della svolta. L'Inter ha disperatamente bisogno di entusiasmo...
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