Derby, è solo il primo tempo. Ma questa è l'Inter che avrei sempre voluto vedere
E’ solo il primo tempo di una partita che sarà ancora molto lunga e difficile, ma sono stati 90 minuti di grande intensità e passione. L’Inter ci ha regalato una prestazione di livello assoluto sul palcoscenico più importante al mondo.
Pensateci, semifinale di Champions contro il Milan in un San Siro colorato di rossonero con la finale di Istanbul in palio: ci vuole carattere, grinta, concentrazione e determinazione per affrontare una sfida del genere nel migliore dei modi.
Inzaghi ha fatto scelte pesanti, ha lasciato fuori Brozovic affidandosi al cuore (oltre che alla tecnica e alla classe) di Calhanoglu e ha preferito Dzeko a un rinato Lukaku. Non era facile escludere il croato dagli undici titolari e non era facile per Calha assorbire tutto l’odio della Milano rossonera ributtandolo sul campo in maniera positiva. Missione compiuta per il mister e per il turco che ha giocato l’ennesima fantastica partita dei suoi due anni in nerazzurro. Anche Dzeko ha risposto presente alla grande con una prestazione sontuosa e il gol che ha aperto la partita e la cavalcata interista.
La vittoria di mercoledì sera è stata la vittoria del gruppo, di una squadra unita, compatta e determinata che ha lasciato da parte gli egoismi e le disattenzioni per sostituirle con la coesione e la concentrazione. Entrano così Brozo (uno che con la panchina non c’entra nulla) e Romelu (stesso discorso) e danno l’anima come se fossero partiti dal primo minuto.
Quella di quest’ultimo mese è l’Inter che avrei voluto vedere sempre, una squadra capace di creare gioco come nel primo tempo del derby e di compattarsi e ripartire quando le forze cominciano a mancare. Volevo vedere e finalmente sto vedendo, una squadra in grado di interpretare le partite nel momento in cui si svolgono capendo quale sia la cosa giusta da fare nel corso degli eventi che capitano inevitabilmente nel corso dei novanta minuti di un match.
Dobbiamo però tenere i calici ancora bassi, non possiamo ancora alzarli perché ancora niente è stato fatto, nulla è ancora compiuto. La vittoria in casa del Milan è stata netta e poteva anche essere più larga, ma è solo una vittoria. La finale di Champions è ancora vuota di nomi ed è ancora da guadagnare.
Come detto è stato giocato solo il primo tempo e il secondo dovrà essere gestito in maniera diversa rispetto al primo. Il Milan, come fu per il Benfica a San Siro, dovrà per forza di cose attaccare, sbilanciarsi alla ricerca di quel gol necessario per riaprire la qualificazione e Inzaghi dovrà essere bravo a far si che i “suoi” sappiano chiudersi e ripartire. Non c’è spazio per le distrazioni e non ci sarà nemmeno in campionato.
Il rischio è che con questa semifinale contro il Milan ci si dimentichi che il quarto posto è ancora da conquistare non essendo nemmeno lontanamente matematico e la finale di Coppa Italia rimane un obiettivo tangibile e reale da non fallire.
Insomma l’Inter è condannata a giocare ancora tanto e sempre al massimo.
Inzaghi contro il Sassuolo dovrà gestire bene il turnover e non sarà facile con alle porte il ritorno contro il Milan. Staremo a vedere quali saranno le sue scelte, quello che è sicuro è che l’Inter di adesso non è nemmeno lontanamente parente di quella vista un mese fa.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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