Celebrare una sconfitta è sempre sbagliato, trasformarla in una tragedia è peggio

Celebrare una sconfitta è sempre sbagliato, trasformarla in una tragedia è peggioTUTTOmercatoWEB.com
sabato 18 settembre 2021, 07:08Editoriale
di Fabrizio Biasin

Partiamo da un presupposto: festeggiare una sconfitta è sempre sbagliato, è una cosa da perdenti, non si fa. Ma è sbagliato anche l’esatto contrario, ovvero frignare, autoflagellarsi, vestire i panni dell’”interista pessimista”, figura mitologica che andava di moda vent’anni fa e ha francamente rotto le balle a tutti, anche solo perché nel frattempo da queste parti è passato il signor Triplete, un tizio che si fa vedere di rado. Anzi, praticamente mai.
L’Inter contro il Real Madrid ha perso. E fanno zero punti. E zero punti sono uno strazio. E sono lo stesso misero bottino di un anno fa. Ma le differenze sono tante e chi non le ha viste, riconosciute, tastate con mano, banalmente è ciecato. 
L’Inter l’altra sera ha giocato all’altezza di una delle grandi d’Europa e non le capitava da tempo. Ha mostrato un calcio moderno, per nulla speculativo, non ha mai pensato “tiriamo i remi in barca”, atteggiamento che forse le avrebbe garantito un punticino, ma anche le ulteriori lagne di quelli che avrebbero colto l’occasione per dire “eh, le solite barricate da provinciale, ma dove vogliamo andare”.


Simone Inzaghi ha scelto di imporre l’idea di calcio che conosce, di giocare con la sfrontatezza che l’anno passato gli ha permesso di portare la Lazio agli ottavi di finale, cosa che da queste parti manca da un decennio. 
Non abbiamo neanche per sbaglio la sfera di cristallo, ma ci permettiamo di fare i nostri ragionamenti. E i nostri ragionamenti non passano da sinapsi sempliciotte del tipo “questo è l’atteggiamento giusto!”, semmai da altre molto più dirette: “Giocare sempre per provare a vincere è l’unico atteggiamento che può permettere di arrivare alla fase a eliminazione diretta, anche a costo di rinunciare a qualche punticino”. Stop.
E ci sono brillati gli occhi per la prestazione di Brozovic, probabilmente l’unico insostituibile del gruppo in questo momento. E abbiamo amato i novanta minuti di Skriniar, vero e proprio monumento che “non sa giocare nella difesa a tre”. Certo, come no.


E voi direte “sei qui a suonare il violino, ma sempre di sconfitta si tratta”. E avete ragione. E infatti non si deve far finta di niente, questo gruppo ha bisogno di tutti, anche di quelli che al momento sono più indietro (i cambi, ancora una volta, hanno inciso in negativo). 
Calma, pazienza, animo, forza. Oggi i campioni d’Italia scendono in campo contro il Bologna e vedremo di che pasta sono fatti, in fondo una sconfitta si “pesa” sempre assieme al risultato della partita successiva (perdere fa parte del calcio, reagire immediatamente è l’unica medicina). 
Chissà, forse per la prima volta vedremo partire titolari i due attaccanti argentini, Correa e Lautaro. Ecco, sul finale permetteteci un appunto. Fa sorridere vedere come valutano questa eventuale scelta certi media. Non “Inzaghi prova la coppia argentina” ma “Inzaghi boccia Dzeko”. Si chiama “necessità di fare traffico, di ottenere clic” ed è una delle peggiori derive che ha preso la nostra martoriatissima professione.