Cari giocatori dell'Inter l'unica cosa che non vi hanno ancora detto è...
Mentre il borsino dell’avversario segnala un Manchester City che forse è meno spaventoso del previsto, nel frattempo si è ormai detto tutto e il contrario di tutto.
E invece il City è ugualmente spaventoso: la finale di FA Cup non deve ingannare, perché i Citizens sono andati in vantaggio dopo 12 secondi e quindi dopo la sfuriata dei primi 10 minuti magari si sono anche acquietati. Perché comunque pur se un derby di finale, era pur sempre una finale di FA Cup, che hanno vinto e rivinto nel corso degli anni. E perché la finale di Champions è tutta un’altra cosa, lo è perché con la finale del Mondiale è quella dove vuoi lasciare un segno per i tempi, e lo è ancora di più per gli Sky Blues perché la inseguono da una vita e l’hanno miseramente fallita da favoriti in finale 2 anni fa.
Dunque no, non avevamo ingigantito il livello del City: è la montagna più impervia da scalare nelle condizioni più sfavorevoli, a questo è meglio prepararsi.
E qualche indicazione dalla finale di coppa inglese puoi certo trarla, ammesso che non la sapessi già: il raddoppio di qualità a centrocampo sui portatori palla per anticipare le loro trame di gioco; il giocare velocemente il pallone quando lo riconquisti perché loro ti sono immediatamente addosso; il liberarsi dalla marcatura per ricevere lo scarico del passaggio; il non essere statici in difesa ma non lasciare spazio di esecuzione perché sennò ti trattano come un punchingball da mettere in mezzo.
Ma anche qui, sembra una parola, ammesso che i giocatori interisti non ne fossero già a conoscenza.
E tutto hanno sentito Simone Inzaghi e i giocatori dell’Inter: che è un sogno, che è difficile ma che si può fare, che nulla è mai scontato. Per non parlare del far giocare Lukaku e non Dzeko perché Romelu sta troppo bene, ma è anche vero che è Simone che li vede ogni giorno da vicino e finora ha sempre scelto con cognizione di causa dunque non per scaramanzia, quindi avrà criterio nel decidere.
Ma di tutto quello che hanno sentito i giocatori dell’Inter, ce n’è ancora una che non gli hanno detto (da fuori almeno) e che alla fine sarà l’unica cosa che conta: è una missione impossibile che può diventare possibile solo se affrontata con un sacrificio eccezionale. Il sacrificio della corsa in più per aiutare il compagno; del fare instancabilmente quel lavoro di squadra del muoversi assieme senza palla; dell’avere l’umiltà di concentrare lo sforzo più impegnativo che ciascuno di questi giocatori abbia finora mai fatto.
L’Inter sta per calarsi all’inferno. Per uscirne vivi a riveder le stelle, serve la forza e la consapevolezza che si dovrà attraversare ogni girone della sofferenza.
Non abbiate rimpianti.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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