C’è un bisogno assoluto di “Inter”
C’è un bisogno assoluto di Inter. E quando diciamo Inter pensiamo a quella vera, quella capace da un paio d’anni di farci stare più o meno tranquilli, perché “si può perdere, certo, ma quello dev’essere un caso raro”, perché “siamo forti, sono gli altri che devono aver paura di noi”. Ecco, non come è capitato nelle ultime due partite. Il Milan non ha avuto paura, neppure quando era sotto. L’Inter sì, e così non va bene. Il Bayern non solo non ha avuto paura, ma quasi si è annoiato: troppo facile gestire un’Inter così, troppo comodo tutto.
Questa cosa qui non può essere normale: non sarebbe andata bene quando l’Inter era un gruppo con valori francamente discutibili e figuratevi oggi che un valore ce l’ha ed è riconosciuto da tutti, anche e soprattutto dai “nemici”.
Oggi, contro il Torino, non sarà importante il risultato, sarà decisivo l’atteggiamento. Oddio, anche il risultato risulterà fondamentale, ma quello sarà solo figlio dello spirito messo in campo da una squadra che meno di un anno fa ci ha fatto vedere cose notevoli.
Ok, non c’è più Perisic. Davvero può essere quello il motivo per cui ora i nerazzurri sembrano appagati, immusoniti, quasi in gita premio?
Neanche un po’: oggi “quel gruppo lì” può e deve dimostrare quel che vale, quantomeno per mettere a tacere voci incontrollate che parlano di spogliatoio spaccato, giocatori indisciplinati, progetto a catafascio. Non scherziamo: la stagione è appena iniziata, e qualunque sentenza o pseudo tale è fatta per essere capovolta. A partire da oggi.
Il resto sono questioni di altro genere. Steven Zhang, patron dell’Inter, ha deciso di vendere. “Ha deciso da tempo”, direte voi. E forse avete ragione. Il qui presente, invece, la sa così: fino a poco tempo fa la famiglia Zhang pensava di potere reggere, aveva dato mandato di sondare eventuali “entità” interessate ma senza una reale intenzione di mollare l’osso, al punto di dire “no” ad almeno un soggetto voglioso di accaparrarsi l’Effecì e comparso nei mesi scorsi. Ora, invece, la famiglia Zhang ha deciso che, sì, l’Inter è realmente a disposizione del miglior offerente, purché porti sul tavolo 1,2 miliardi di euro che, converrete, sono un sacco di soldi. Tocca ai “procacciatori di interesse” di Goldman Sachs trovare un compratore e questa volta - a differenza di quanto accaduto nel recente passato - eventuali offerte verranno prese in serissima considerazione.
Tutta questa pappardella per evidenti motivi non significa che domani mattina arriverà un “nuovo Moratti” dai deserti o dalle americhe, ma significa che il tentativo di restare in sella (anche contro la logica) verrà messo da parte di fronte a una effettiva esigenza: dare all’Inter una prospettiva migliore.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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