Bentornato José Mourinho

Bentornato José MourinhoTUTTOmercatoWEB.com
sabato 3 luglio 2021, 08:51Editoriale
di Fabrizio Biasin

Su “L’interista” ha molto senso se uno scrive cose che riguardano l’Inter, guarda un po’. Su “L’interista”, se scrivi di altre squadre, sei uno che ha le idee francamente poco chiare, sei un minchione, forse un mezzo scemo. Figurati poi se scrivi dell’allenatore di un’altra squadra. Cioè, su “L’interista” scrivi di un romanista? Ma che, sei completamente rimbecillito? No, proprio no.
Queste poche righe sono dedicate a José Mourinho, uomo venuto da Setubal (profondo Portogallo). 
José Mourinho, uomo di Setubal, è tornato in Italia. C’era già stato, non è mica una novità. Da tecnico “inglese” vinse una partita con poco merito e molto culo all’Allianz Stadium, contro la Juventus. Pensa te che roba. Alla fine di quella partita fece il gesto dell’”orecchione” come a dire “vi ricordate di me? Sono quello del triplete”. Se vogliamo, un filo provocatorio, ma anche molto nel personaggio.
Ecco, quell’uomo lì è tornato nel Belpaese, ma questa volta è una storia diversa, questa volta torna per restare, anche se un po’ più a sud.

Il nuovo tecnico della Roma è atterrato a Ciampino ed è stato accolto come una rockstar. C’era un sacco di gente, altroché: lo hanno applaudito, osannato, eletto a condottiero. E chi, se non noialtri, può comprendere siffatta esaltazione? 
Diciamola tutta, solo chi ha avuto Mourinho può capire cosa significa essere guidati da Mourinho: non è una banale questione di vittorie e sconfitte, semmai di status. Cioè, nessuno di noi può sapere se il Santo è ancora Special e porterà a casa qualche alloro in giallorosso, ma noi sappiamo già che, a prescindere, farà innamorare i suoi tifosi e tutti quelli che sceglieranno di abbracciare la sua fede.
E voi direte: “Oh, non starai un po’ esagerando? Non stai mica parlando di un guru”. Può darsi. Ma può darsi anche di no.
José Mourinho torna in Italia e questa è una bella notizia per chi tifa Roma ma, consentitecelo, anche per chi adora il calcio. Lo vedremo tutto l’anno e sarà bello ascoltarlo, pesarlo, valutarlo, sentirlo nuovamente pontificare in mezzo a noi. 
E sarà bello soprattutto per noi che lo abbiamo visto trionfare, vincere tutto, salire sulla cima del mondo esaltando in tutti i modi i colori nero e azzurro. E noi che grazie a lui siamo stati sulla vetta più alta, francamente, non abbiamo più bisogno di dimostrazioni o altro: quello che doveva fare, quel signore lì, lo ha fatto; quello che ci doveva dare, ce lo ha dato.
Ora è solo una questione di rispetto: quello che nessun interista farà fatica ad offrire (sarà bellissimo vedere quel che accadrà la prima volta che José sbarcherà a San Siro), quello che lui ha sempre dimostrato nei confronti di chi ha contribuito a renderlo quello che è, ovvero una leggenda. E sì, ok, le sue sono sempre state solo parole, ma tutte le volte che davanti a una telecamera o a un taccuino ha detto “io sono interista” è sempre parso parecchio sincero. 
E allora bentornato, José: sei il tecnico di un’altra squadra, ma sarai un po’ nostro per sempre.