BAR ZILLO - Vogliamo l'Inter di coppa. E punto sull'Inzaghi dei dentro o fuori
Stasera si gioca. Che, detta così, potrebbe sembrare tutto e il contrario di tutto. Però sì, stasera si gioca. E l’appuntamento è di quelli importanti, di quelli che possono fare la nuova storia dell’Inter, ripartendo da dove si era interrotta la stagione scorsa, dall’ottavo forse impossibile ma forse anche no contro il Liverpool, quando oltre a un pizzico di fortuna mancò, questo si imputa all’ambiente nerazzurro, un filo di coraggio, un azzardo che sarebbe stato tanto bello da vedere. Stasera si gioca, stasera c’è la Champions League, mica pizza e fichi, mica il campionato di serie A, che ci appassiona assai per mere questioni tifoidee ma, lontano dagli italici confini non stuzzica minimamente le fantasie dei calciofili mondiali, questo raccontano i fatturati, mica pizza e fichi, basta saper leggere per rendersi conto che purtroppo non stiamo parlando di una semplice boutade. Il Porto, è stato ripetuto e servito in tutte le salse questo refrain, non è avversario da sottovalutare: ma perché, mi vien da dire, esiste un avversario da sottovalutare per caso negli ottavi di finale di Champions League? In verità, opinione del tutto personale, non esistono avversari da sottovalutare nemmeno nel primo turno di Conference, tanto per essere chiari.
Il Porto è squadra tosta, quadrata, gioca a memoria, non perde da un’eternità e vanta, all’interno del gruppo, personalità importanti, di spicco nel panorama calcistico europeo e non solo. Il Porto viene da dieci vittorie consecutive, subendo pochissime reti. Già immagino coloro ai quali non va mai bene niente: sì, vabbè, ma parliamo del campionato portoghese. E quindi? Smetterei di vivere negli anni ottanta/novanta, la serie A non è che sia tanto ma tanto meglio. Senza contare che il Porto è più abituato di noi ai palcoscenici europei, gioca da anni e anni le coppe, soprattutto LA coppa, e a questi livelli esperienza e maturità fanno tutta la differenza del mondo. Ciò che mi rasserena è l’Inzaghi dei dentro o fuori, la capacità del tecnico piacentino di saper leggere l’avversario di turno, in Europa, con una competenza unita ad abilità che nel torneo nostrano a volte manca. Ecco, dovessi puntare su qualcuno, punterei in primis su Simone. Dopo di lui lo zoccolo duro nerazzurro, quelli che hanno già vinto: i Lukaku, i Lautaro, i Barella, i Bastoni e via via il resto della squadra. Sarà dura, durissima, molto più complessa di quanti alcuni possono credere: servirà tanto cuore e ancor più cervello. Ci vorrebbe l’Inter di Barcellona, tanto per dire. Ecco, io mi aspetto quell’Inter, la bella di Coppa. E sono certo che non ci tradirà.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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