BAR ZILLO - La solita Inter. Per fortuna

BAR ZILLO - La solita Inter. Per fortunaTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 12 gennaio 2022, 07:45Bar Zillo
di Gabriele Borzillo

Confesso: un po’ di paura l’avevo prima della Lazio domenica sera. Perché già la sosta mi urta mica poco; quando poi la sosta è non derivante da impegni delle varie nazionali in giro per il pianeta ma si parla di vera e propria vacanza beh, allora entrano in gioco meccanismi diversi. E uno si chiede: chissà se i miei avranno strafogato a Natale, chissà se si saranno allenati seguendo il piano redatto dalla Società, chissà se quell’alchimia magica trovata da inizio novembre sarà ancora magicamente nelle corde della squadra.

Poi ho visto la partita. E, al netto di qualche giuntura ancora da oliare, di una condizione non al massimo o, perlomeno, non durevole nell’arco dei novanta più recupero, la paura se n’è andata. Ha proprio cambiato indirizzo. L’Inter mi è piaciuta, ha sciorinato ottimo calcio per un’ora abbondante, ha combinato un vero pastrocchio in occasione del pareggio biancazzurro, ha prevalso semplicemente perché è più forte della Lazio, alla quale tra l’altro gollonzo a parte ha concesso pochissimo, che niente mi sembra brutto. Mi dispiace per l’assurdo fuorigioco fischiato in occasione del gol di Lautaro, il ragazzo lo avrebbe meritato eccome, però questo è il regolamento. E, piaccia o meno, va rispettato. A me non solo non piace, trovo che un sopracciglio impazzito non possa indirizzare una partita: questo, sia chiaro, in tutte le circostanze del genere, indipendentemente da chi gioca contro chi. Sarebbe buona cosa cambiare la regola, renderla credibile, spiegabile, comprensibile: perché così, onestamente, non lo è.

Credibile, al contrario, lo è l’Inter: che stasera ha una grande occasione. Si gioca per la Supercoppa italiana, si gioca per il prestigio, per portare a casa il primo trofeo stagionale. E non è una partita come le altre, nossignori. C’è la Juventus, che quando vede nerazzurro offre (quasi) sempre prestazioni importanti, non importa chi scende in campo. Sta di fatto, però, che i nerazzurri possono schierare l’undici migliore, gli altri no. Bisogna approfittare della circostanza, della situazione. Per dare l’ennesimo segnale al campionato, per mettere in chiaro ancora una volta che il diciannovesimo lo abbiamo cucito sul petto perché siamo i più forti, per alzare al cielo di Milano un trofeo in più, giusto per non perdere l’abitudine. Qualche tempo fa questa partita mi avrebbe spaventato: oggi sono sereno, alla faccia del maniavantismo.