Thuram: "Seconda stella? Presto, ma è il nostro obiettivo. Io e Lautaro ci completiamo"
Marcus Thuram è stato intervistato sul canale YouTube della Lega Serie A a poche ore dalla sfida contro la Lazio: "L’uscita dal tunnel a San Siro è sempre speciale, anche fare i gol e sentire il rumore dei tifosi è una cosa incredibile. La prima esultanza che ho fatto contro la Fiorentina è le mani dietro le orecchie per il rumore a San Siro. Anche il coro che fanno per me è veramente bellissimo".
L'impatto in nerazzurro è stato immediato: "Cerco di aiutare la squadra anche nel gioco, sia che nei gol e nei rigori ma aiutare i compagni se hanno bisogno con una corsa, con una rimessa, con un passaggio, con un dribbling. Quello che devo fare sul campo è aiutare la squadra. Per me essere un numero 9 vuol dire fare la scelta giusta al momento giusto: non tirare quando c’è un compagno libero, se non c’è un compagno libero puoi tirare. Devi interpretare il gioco nella maniera più giusta possibile".
Così come il feeling con Lautaro: "Quello che mi piace di più di Lauti è la sua tecnica e il suo senso del gol. Io e Lautaro ci completiamo bene perché penso che Lautaro è un giocatore molto intelligente e anch’io provo ad essere molto intelligente. Siamo due giocatori che rispettano il gioco, è più facile giocare con qualcuno così".
Con Calhanoglu e Arnautovic ha legato molto: "Hakan e Arna sono come fratelli maggiori. Mi aiutano molto, scherzano con me, mi aiutano prima della partita a fare delle belle partite e fuori fanno tanto, ma non posso dire tutto qua".
L'obiettivo dichiarato è la seconda stella: "Da quando ho firmato all’Inter so che l’Inter comincia il campionato per vincerlo. Il campionato è molto lungo ed è ancora presto per parlare della seconda stella, ma proviamo ad imparare in ogni allenamento e fare il meglio possibile ogni partita. Dall’inizio della stagione abbiamo fatto bei risultati e proviamo a continuare così".
E sul rapporto col padre: "Mi parla molto, mi aiuta dentro e fuori dal campo. Ma se c’è veramente una cosa che devo dire sul mio rapporto con lui è che veramente è sempre, sempre, sempre dietro di me. Anche a 26 anni pensa che sono ancora un bambino. Quando ho fatto una bella partita, un gol, un assist, so che non parlerà forse di questo, ma di quello che ho sbagliato, ma va bene così anche perché mi fa imparare molto".
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