Facchetti: "L'inizio ha dimostrato difficoltà oggettive, ma il Milan è a soli 2 punti"
Gianfelice Facchetti, figlio d'arte di Giacinto e tifoso interista, è intervenuto ai microfoni di Radio Nerazzurra per analizzare il momento della squadra allenata da Simone Inzaghi: "È stato un inizio diverso da quello che si saremmo aspettati - ha dichiarato durante L'Interista condotto da Lapo De Carlo -, la classifica lo dice. Io cerco sempre di vedere il rovescio della medaglia: nonostante tutto ciò il Milan è avanti solo due punti. La squadra campione d'Italia, lodata in ogni frangente, ha pochi punti in più dell’Inter. Tutto è ancora aperto e nessuno sta facendo sfracelli. L’inizio ha dimostrato delle difficoltà oggettive, spero che la sosta abbia portato consiglio e lucidità. Comunque le voci estive hanno creato un po’ di turbolenza a tutti i livelli, bisogna ritrovare la strada. È una stagione anomala, assomiglia al campionato interrotto durante la pandemia. Ci saranno due gironi, come in un campionato sudamericano. La sosta ci riconsegna qualche giocatore più motivato, ma ad esempio un Brozovic infortunato. Quel che ho visto è che il calendario folle ha riconsegnato giocatori incerottati un po' a tutti".
Skriniar è tentato dal PSG. Possiamo anche salutarlo viste le cifre?
"Il PSG certamente ha falsato il mercato anche se già 30 anni fa c’era il Milan di Berlusconi che andava a comprare tutti i giocatori più forti a cifre stellari. Quello che è successo 30 anni fa in Italia sta succedendo ora, in maniera ingigantita, a livello Europeo. La grana del rinnovo ce l’hanno anche gli altri, Leao non ha ancora rinnovato, ma il titolo della notizia è “Voglio rinnovare”. Anche qua sistematicamente c'è un modo di presentare la questione in maniera diversa: invito i tifosi a filtrare le cose, a soppesare, su di noi la narrazione è un po’ troppo banalizzata".
Ha la sensazione che la squadra sia più distratta da problemi interni o esterni? O il momento è un fatto legato alla preparazione?
"Dopo la partita con l’Udinese si è parlato di modulo. Ma qualsiasi modulo funziona più o meno bene in base all'intensità. Arriva una sorta di impressione che ci sia una minor convinzione e una minor comunione d’intenti. I gol subiti fanno pensare che ci sia un’attenzione minore, c’è meno supporto reciproco, un po’ più scollamento. Ma ci interessa poco l’origine, la squadra deve ritrovarsi".
L'Inter dovrebbe avere più coraggio nell’inserire i giovani?
"Nell’ottica della sostenibilità e di un percorso che non ti costringa a fare spese pazze e poi senza risultati dove ridimensionare il proprio budget, sì. Comunque l’Inter negli anni ha dimostrato di avere un ottimo settore giovanile, basti pensare all’Italia in campo a San Siro che ha vinto contro l’Inghilterra, c’erano tre giocatori cresciuti nel vivaio nerazzurro, ovvero Bonucci, Dimarco e Gnonto. Il settore giovanile dell’Inter è un fiore all’occhiello, è chiaro che oggi facciamo questo discorso poi però dovremmo ricordarcelo quando il giovane va aspettato. La scelta del Milan, onore e merito per il percorso fatto, ha dato subito risultati ma ricordo i miei amici che poco prima della pandemia beccavano sistematicamente i giocatori che oggi vengono osannati. I giocatori senza pubblico hanno avuto la possibilità di sbagliare senza essere presi di mira. Si vuole il giocatore giovane ma pronto, bisogna avere un gruppo solido che permetta un inserimento graduale. Qualcosa sta accadendo anche da noi. Mi auguro che il bacino di giovani diventi sempre più una risorsa per il club".
L’idea Interspac?
"Aveva senso e avrebbe senso al fianco di una proprietà che ne vede l’opportunità e che dia spazio. In questo momento la proprietà non si è mostrata interessata. È stata fatta una proposta con chiarezza, non è stata ritenuta interessante, i promotori di Interspac ora sono in silenzio e in disparte. Nel momento in cui dove esserci uno scenario differente si riproporrà il tema".
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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