Marotta vuole aprire un ciclo vincente. Perché si può fare, anche con un mercato autofinanziato

"Sono arrivato all'Inter su invito di Zhang e vorrei aprire un ciclo". Firmato, Beppe Marotta. Che nel pre-partita di ieri, ai microfoni di Sky, ha allontanato in maniera netta i rumors su un suo possibile ritorno alla Juventus al termine di questa stagione. La domanda (legittima) che sorge all'indomani di queste dichiarazioni è: si può davvero avviare un ciclo vincente in un momento di contrazione economica come quello che vive l'Inter (e non solo)?
La risposta è sì. A patto che l'asse portante della squadra sia già consolidato, e che nei limiti del possibile non venga ritoccato. L'Inter ha un'ossatura delineata, riconoscibile, e soprattutto giovane. Bastoni, Skriniar, Barella, Lautaro. Ma anche Lukaku, De Vrij, Brozovic. Se cedere un big diverrà un'impellenza dopo il gong finale di questa stagione, che lo si faccia in maniera intelligente. Perché l'impalcatura imbastita nelle ultime stagioni non richiede chissà quali potenziamenti. Occorre semmai continuità, di progetto - e quindi nella guida tecnica - e negli uomini. Molto dipenderà dai diktat che arriveranno da Suning - ad oggi ancora avvolti nella nebbia per chi osserva dall'esterno -, ma per la prima volta dopo lustri l'Inter si ritrova nella condizione di dover conservare, e non smantellare. E questo, a suo modo, è già un trionfo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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