Sulle orme di Inzaghi – Contropiede e controllo del gioco. I tanti parallelismi tra Simone e Conte

Una polemica mai archiviata, quella della squadra che non gioca bene, chiusa, con la difesa a 5, lontano dai concetti instillati da Guardiola e i suoi proseliti, come se anche nel calcio dovesse esserci un pensiero unico, un solo modo di perseguire l’obiettivo, che poi è lo stesso per tutti: vincere.
CONTROLLO L’Inter la passata stagione ci è riuscita sfiorando i limiti del parossismo dell’idea di Conte, una squadra bassa, attendista, provinciale (nella sua accezione migliore, ben inteso) che poi riparte in contropiede e vince, spesso domina le partite, lasciando gli avversari storditi, ko. Un’idea di gioco che nel corso del tempo è apparsa sempre più esplicita, evidente, tanto che sembrava che i nerazzurri potesse decidere quando premere sull’acceleratore e quando no, una dimostrazione di potenza e di controllo comune solo alle grandi squadre.
APPROCCIO Simone Inzaghi dovrà provare a dare continuità a questo progetto, senza snaturarsi, perché la sua idea di calcio rimane simile a quella del tecnico salentino, una squadra che sa adattarsi all’avversario, capace di colpire quando è alle corde. È certamente questione di modulo, imprescindibile per entrambi, ma anche di approccio al match che la Lazio di Inzaghi ha sempre avuto: la volontà, al di là delle statistiche e delle percentuali di possesso palla, di comandare il match, di incutere all’avversario un timore quasi reverenziale, perché sorniona, ha la capacità di azzannare in ogni momento.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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