-1 a Liverpool-Inter, il gap tra le seconde linee: più di 80 milioni di differenza all'andata
Più il livello si alza, più disporre di una rosa profonda diventa determinante. Le cosiddette seconde linee, specie dopo l'introduzione dei cinque cambi, incidono in maniera sempre più preponderante sull'andamento di una gara. E dunque la differenza tra una squadra e un'altra spesso non la fa l'once de gala, ma la qualità dei subentranti. È soprattutto sotto questo aspetto che il gap con le grandi d'Europa, il Liverpool nella fattispecie, va ancora colmato.
Nel match d'andata Simone Inzaghi, che non aveva a disposizione Nicolò Barella per squalifica, oltre agli infortunati Gosens e Correa, inserì in corso d'opera Gagliardini, Sanchez, Ranocchia, Dimarco e Darmian. Elementi utili, alcuni d'esperienza, ma sprovvisti del guizzo risolutivo - ad eccezione del solo Niño. Tutt'altra "musica" per Klopp, che dopo essersi affidato all'estro di Jota come trait d'union tra Mané e Salah decise di affidarsi in avvio di ripresa a Firmino. Risultato? Torsione aerea da rapace e gol dell'1-0 nel silenzio attonito di San Siro.
A proposito di qualità nella sua versione più pura, anche l'ingresso di Luis Diaz - da poco prelevato dal Porto per la cifra monstre di 40 milioni di euro più 20 di bonus - diede nuovo brio alle transizioni offensive. A fare da contorno, poi, la leadership di Milner ed Henderson, unita al dinamismo di Keita. Il divario è ampio, coerente con il mismatch economico prima ancora che sportivo tra le due società: il valore dei subentrati nerazzurri, secondo dati Transfermarkt, arriva a sfiorare i 40 milioni di euro complessivi, mentre il succitato quintetto Reds supera abbondantemente i 120 milioni. Un abisso che inquadra esaustivamente la siderale distanza tra gli status in campo internazionale delle due squadre.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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