Europa contro Europa e l’Inter in mezzo
L’eventuale nascita della Superlega è un evento epocale a cui è difficile credere, nonostante l’annuncio nell’aria del presidente del Real Madrid Florentino Perez. Si sta ripetendo la vicenda che ha rivoluzionato il mondo del basket quando venne creata l’eurolega maturando un contrasto che va avanti ancora oggi tra Fiba e Uleb. La premessa è che la Uefa ha già annunciato la nascita di un nuovo formato dal 2024 con 32 club divisi in otto gironi da quattro squadre, con le prime due classificate di ogni gruppo che accedono agli ottavi di finale, mentre la terza «retrocede» in Europa League. La nuova Champions prevede che le partecipanti passino dalle attuali 32 a 36. In base al ranking saranno divise in quattro gruppi da 9 squadre con partite trasversali, ovvero tra squadre di gruppi diversi e saranno di più rispetto alle attuali: si passerà dalle 125 gare totali di oggi a 225 match.
Con i quattro gruppi ogni squadra giocherà dunque 10 partite. Una squadra del Gruppo A giocherà due gare contro club del suo stesso girone, altre tre con squadre del gruppo B, tre con quelle del C e altre due con quelle del D. In pratica dieci partite, di cui cinque in casa e cinque in trasferta. Niente classifiche per gruppi, ma una classifica generale di tutte le 36 partecipanti.
La superlega invece prevede un campionato chiuso a 12/16 squadre che restano bloccate a giocarsi un campionato a parte senza prevedere ingressi e uscite di altre formazioni.
Tra i club scissionisti ci sarebbe anche l’Inter che si aggiungerebbe a Real, Barcellona, Manchester United, Liverpool, Milan, Juve, mentre Bayern, Borussia Dortmund, PSG e Manchester City si chiamano fuori.
Vista così è una follia priva di logica sportiva e dal mero significato economico.
Dall’altra va però fatto notare che l’Uefa sta già andando da tempo in questa direzione con una gestione discutibile del fair play finanziario e chiudendo entrambi gli occhi di fronte alle violazioni di club ricchi come il Manchester City e il PSG.
L’elite si è consolidata anche grazie ai ricchi premi della Champions, sceicchi, grandi investimenti ma anche potere politico, come quello che permette da anni al Real Madrid di ricevere aiuti di stato, nonostante siano stati riconosciuti da una sentenza come illegittimi. In mezzo si sono ricavate uno spazio realtà come il Borussia Dortmund e l’Atletico Madrid e sempre più raramente si fanno largo sorprese come il Lipsia e l’Atalanta.
La Superlega è una dichiarazione di indipendenza di un’autoproclamata monarchia che esisterebbe solo grazie al agli interessi economici ed è già divisa in partenza.
La Champions da anni ha polarizzato i rapporti di forza ma passare da uno scenario che ha almeno una parvenza sportiva ad un torneo chiuso in sé stesso è immorale.
La sensazione è che questa presa di posizione a cui l’Uefa ha replicato in modo estremamente duro, possa essere un esercizio muscolare per arrivare ad un compromesso.
Resta il fatto che da queste premesse il calcio europeo si sta prendendo un rischio enorme e sono tanti i tifosi che minacciano di non seguire più il loro sport preferito.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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